Legge elettorale, alleanza (solo tattica?) Renzi-Salvini. E quell'ipotesi choc
Rosatellum 2.0, Renzi-Salvini, asse anti-Berlusconi dopo il voto?
"La Lega ha rubato", diceva poche settimane fa Matteo Renzi riferendosi al blocco dei conti correnti del Carroccio dopo le vicende legate a Bossi e Belsito. "Vergognati", rispondeva Matteo Salvini con tanto di epiteti non riproducibili. Insomma, a guardare la politica italiana dei talk show televisivi i due nemici giurati sono i due Matteo. Che, però, quantomeno sulle regole del gioco, ovvero sulla legge elettorale, hanno trovato un'intesa impensabile solo fino a pochi mesi fa.
E, guarda caso, per la prima volta, la Lega non ha fiatato sulla fiducia messa dal governo al Rosatellum 2.0, malgrado in passato i parlamentari leghisti abbiano più volte gridato allo scandalo per il ricorso alla fiducia da parte del Pd e degli esecutivi Renzi e Gentiloni. E' da giugno d'altronde, che i due Matteo si sentono al telefono con una certa regolarità per trovare un'intesa sulla legge elettorale. E, anche nelle ultime settimane, i contatti dietro le quinte e informali sono stati frequenti tra il plenipotenziario del Carroccio Giancarlo Giorgetti e lo stesso Renzi o altri big del Pd come Maurizio Martina, Ettore Rosato, Maria Elena Boschi e Lorenzo Guerini.
Renzi e Salvini, consci che il progetto segreto di Berlusconi sia quello di arrivare ad un governissimo probabilmente con Paolo Gentiloni premier, e che quindi li escluda entrambi, hanno cercato la soluzione migliore per provare a giocarsi la partita nelle urne, depotenziando i 5 Stelle. Poi chi avrà più voti andrà a Palazzo Chigi e l'altro all'opposizione. Un'alleanza tattica, dunque, tra due nemici che fanno un percorso comunque quantomeno nello scrivere le regole del gioco.
Ma qualcuno, in Parlamento, sia nel Pd sia nella Lega, butta lì quasi sorridendo un'ipotesi clamorosa e del tutto sorprendente: e se dopo le elezioni, qualora nessuno avesse la maggioranza per governare, Renzi e Salvini si mettessero d'accordo per dare un governo al Paese tagliando fuori Berlusconi e i vari cespugli centristi alfaniani? Uno scenario improbabile ma suggestivo che, in molti, non escludono categoricamente. Si vedrà, intanto andiamo alle urne...