Politica
Legge elettorale, asse Pd-Forza Italia: proporzionale con 'mini premio'
Alt al M5S e ipotesi larghe intese aperta
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi pare proprio che abbiano trovano la famosa "quadra" bossiana. Ovvero una riforma della legge elettorale che lascia ad entrambi aperte due strade e che al tempo stesso tarpa le ali al Movimento 5 Stelle. Il leader del Pd ormai ha abbandonato il ritorno al Mattarellum e si sta spostando anche lui sul sistema proporzionale. Il progetto al quale stanno lavorando in questi giorni di feste gli sherpa del Partito Democratico e di Forza Italia prevede uno sbarramento (non troppo alto per non penalizzare Alfano, intorno al 3%) e un premio di maggioranza del 10%. In questo modo si verrebbe anche incontro alla probabile sentenza con la quale la Corte Costituzionale boccerà l'Italicum tra pochi giorni.
In sostanza, alla prima lista o coalizione di partiti verrebbe assegnata una quota di deputati (appunto il premio) pari a 63 seggi, ovvero il 10% dei componenti della Camera. Per il Senato, come prevede la Costituzione, varrà lo stesso principio ma su base regionale. Con questa legge elettorale è evidente che i grillini per governare da soli dovrebbero sfiorare il 40% dei consensi, quasi impossibile. Mentre Berlusconi e Renzi si lasciano aperte due strade: la prima è quella di governare con i loro rispettivi alleati (Lega e Fratelli d'Italia per l'ex Cav e centristi o sinistra radicale per il leader dem), qualora i numeri usciti dalle urne fossero sufficienti; la seconda ipotesi è quella invece delle larghe intese, nel caso in cui il premio di maggioranza del 10% non fosse abbastanza per garantire la maggioranza assoluta in entrmabi i rami del Parlamento alla coalizione uscita vincitrice dalle urne.
La "furbata" - spiegano nel Palazzo - sta proprio nel limitare al 10% il premio di maggioranza e a non prevedere comunque l'assegnazione del 55% dei seggi a chi arriva primo. Tutto ciò proprio per tenersi aperta la strada del governissimo (o dell'inciucio) dopo il voto.