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Politica
M5S, così è fallita la mediazione Conte-Grillo. Ansia Pd, trema Draghi

Ore 17.29 di martedì 29 giugno 2021. Ora e data che passeranno alla storia probabilmente come la fine del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo rinuncia al video per rispondere a Giuseppe Conte e scrive un post durissimo sul blog dal titolo e dalla foto inequivocabili: 'Una bozza e via'. L'ex premier "non ha visione politica né esperienza" e soprattutto "non rincorriamo principi azzurri". E ancora la clamorosa pace con Davide Casaleggio. Grillo, cogliendo di sorpresa tutto lo stato maggiore dei pentastellati - da Luigi Di Maio a Vito Crimi passando per Roberto Fico -, che stavano lavorando al compromesso, ha annunciato che "la consultazione online per l'elezione del comitato direttivo si terrà sulla piattaforma Rousseau". Proprio quella faticosamente archiviata in queste settimane da Conte. Ma qui ad essere archiviato è proprio l'ex capo del governo.

Come ha scritto Affaritaliani.it in questo articolo (clicca qui), i mediatori Di Maio-Crimi-Fico avevano stoppato lunedì sera un video durissimo con la risposta di Grillo a Conte. Poi si è iniziato a lavorare sul nuovo statuto, ma le correzioni del fondatore sulla bozza messa a punto dall'ex premier sono state sostanzialmente bocciate dallo stesso Conte. E così quell'ipotesi di tregua armata da mettere ai voti tra gli iscritti, la famigerata bozza della foto e del titolo del post dirompente, è finita al macero. A questo è inevitabile la scissione nel Movimento 5 Stelle. Ettore Licheri, capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche Agricole e la storica senatrice Paola Taverna sono fortemente legati a Conte, così come la maggior parte del gruppo a Palazzo Madama.

Al contrario, a Montecitorio è nettamente più folta la pattuglia di deputati pro-Grillo. Resta poi da capire che cosa faranno i tre mediatori ovvero Di Maio, Crimi e Fico, storicamente legati al fondatore ma che negli ultimi due anni si sono avvicinati molto all'ex premier. Anche se la domanda chiave resta sul futuro di Conte. Veramente non ha un piano B? Davvero non farà un proprio partito come ha detto ieri in conferenza stampa? C'è poi da capire quale sarà l'atteggiamento sia dei contiani sia dei grillini nei confronti dell'esecutivo guidato da Mario Draghi. Resteranno in maggioranza o passeranno all'opposizione? E la pace con Casaleggio è il preludio del ritorno nel M5S anche di Alessandro Di Battista? Infine il rapporto con il Partito Democratico e le elezioni amministrative.

Il candidato a Napoli dei giallo-rossi Gaetano Manfredi era stato scelto proprio da Conte, ora i 5 Stelle confermeranno il loro sostegno? E che cosa accadrà a Roma? Virginia Raggi è assolutamente legata al fondatore al grillismo della prima ora, che cosa farà l'ex presidente del Consiglio? Si sposterà verso il suo ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, candidato Dem? Per non parlare della costruzione dell'alleanza in vista delle elezioni politiche del 2023. Enrico Letta è molto preoccupato del terremoto nei pentastellati, già non era facile costruire un'intesa con Conte, ora con il ritorno di Grillo la strada è assolutamente in salita. Poi la partita del Quirinale nel 2022. Come si muoveranno contiani e grillini? Impossibile dirlo oggi. Interrogativi che non hanno risposte e che rischiano di mettere a rischio il governo oltre al Centrosinistra. Non ci sono dubbi: il 29 giugno 2021 entrerà nella storia della politica italiana.

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