M5s, "Giginocrazia" eccessiva? Siano attenti grillini e leghisti
M5s, sempre più poteri a Luigi Di Maio
Secondo Mattia Feltri, 49 anni, figlio di Vittorio, 75 anni, il "capo politico del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, 31 anni, ha scelto i capilista dell’uninominale, ha vagliato le intere liste, ha designato i candidati ministri, può segnalare dissidenti e oppositori ai probiviri. I probiviri li ha nominati lui e li può revocare lui. Osservando il regolamento dei gruppi parlamentari, il giovane leader ha anche indicato i presidenti dei gruppi di Camera e Senato, Giulia Grillo, 43 anni, e Danilo Toninelli, 44 anni, poi votati all’unanimità. Se il capo politico ritiene, può rimuovere i presidenti. Il presidente, che può essere rimosso dal capo politico, nomina il comitato direttivo (vicepresidenti, tesoriere ecc.), su proposta del capo politico...".
Corsivo graffiante, quello di Feltri, su "La Stampa". Ma, durante le lunghe epoche del craxismo, del berlusconismo e del renzismo, Silvio, 82 anni, Bettino (1934-2000) e Matteo, 43 anni, non furono i padri-padroni dei loro partiti, come e più di Gigino Di Maio?
E non premiavano i dirigenti, in primis quelli dei "cerchi magici" (o tragici?), non sulla base dei meriti, acquisiti in Parlamento e nei partiti, ma dell'obbedienza e del servilismo nei confronti dei capi? È successo, ieri, con la forzista Mara Carfagna, 43 anni, nominata da nonno B. Vicepresidente della Camera.
Legittime, dunque, le critiche alla "Giginocrazia", ma sterili se non sono accompagnate da uno sguardo, severo, sul passato. E da un monito, per il futuro: l'appiattimento, l'annullamento del dibattito interno, la delega a un "uomo solo al comando" sono degli aspetti, negativi, che hanno contribuito alle crisi delle vecchie leadership e possono, alla lunga, nuocere anche a quelle, nuove, del M5S e della Lega. Dove Matteo Salvini, 45 anni, accantonati Bossi, 77 anni, e Maroni, 63 anni, decide per tutti. Anche per Berlusconi...