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M5s, il blog di Beppe Grillo "in liquidazione". Mancano i fondi pubblicitari

Il declino del social del fondatore del Movimento. Nel 2008 era stato considerato il nono sito più influente a livello globale. Ora rischia la chiusura

M5s, il blog di Beppe Grillo "in liquidazione". Mancano i fondi 

Il blog di Beppe Grillo è a rischio chiusura. Parla chiaro - si legge sul Giornale - il comunicato della società proprietaria la Beppegrillo Srl, il contenitore societario attraverso cui il Garante e fondatore del M5s gestisce anche il suo blog. "Si conta nel corso del biennio 2021/2022 di stipulare nuovi contratti pubblicitari. Diversamente e tempestivamente, la società sarà messa in liquidazione». Questo è il passaggio più allarmante della nota integrativa all'ultimo bilancio, visionato dall'Adnkronos. Dopo il divorzio dalla Casaleggio Associati a inizio 2018, il sito del comico genovese è gestito in proprio da una società con sede a Genova, la città di Grillo. Solo che la Srl, stando al rendiconto, non se la passa troppo bene. E senza un aumento dei ricavi pubblicitari rischia la liquidazione.

Un crollo - prosegue il Giornale - dovuto dal calo della domanda di pubblicità sul web. «Una drastica riduzione dei fruitori e clienti» di spazi pubblicitari, che ha penalizzato tutto il settore, compreso il Blog di Beppe Grillo, che, rispetto ai suoi anni d'oro, sconta una perdita di influenza politica e di capacità di dettare i temi dell'agenda. E pensare che lo spazio web del comico è stato per anni uno dei più letti al mondo. Nel 2008, un anno prima della fondazione dei Cinque Stelle, il settimanale britannico The Observer posizionava Grillo al nono posto in una classifica dei blogger più potenti a livello globale. Ora il declino progressivo, dovuto alle trasformazioni del Movimento e alla posizione più defilata assunta dal fondatore negli ultimi anni. Nel testo della nota integrativa, però, la cattiva performance finanziaria è attribuita esclusivamente al virus. «A causa della pandemia Covid-19 le imprese commerciali in genere hanno ridotto drasticamente i costi per la pubblicità», è spiegato nella relazione.