M5s, Luigi Di Maio e Silvia Virgulti: è intrigo politico dietro la rottura?
Spunta l'ipotesi che la fidanzata e coach di Di Maio sia stata "silurata" da Rocco Casalino e Vincenzo Spadafora, "ombre" del candidato premier
La notizia della rottura fra Luigi Di Maio e Silvia Virgulti, un sodalizio amoroso e professionale che sembrava procedere con il vento in poppa (honni soit qui mal y pense) è arrivata come un fulmine a ciel sereno, compensando la zuccherosità degli aneddoti paternalistici di Alessandro Di Battista, preso fra ruttini e cacchine infantili.
Solo qualche tempo prima delle elezioni regionali, infatti, spuntavano foto di Di Maio e Virgulti con Giancarlo Cancelleri e compagna, corredati dalla didascalia "prima votiamo poi ci sposiamo". Foto che si sono rivelate portatrici di sciagure: Cancelleri non ha vinto le elezioni e il "Virgulto" grillino e la Virgulti si sono lasciati.
Ma la foto e la dichiarazione strombazzante, ai ben informati, sembravano pura operazione di marketing, visto che - dopo il 2 giugno - Luigi e Silvia non erano stati più fotografati assieme in occasioni ufficiali. Lei non l'aveva accompagnato a Harvard, né a Montecarlo, né negli USA. In compenso, nei due viaggi americani, era presente l'uomo ombra di Luigi Di Maio, Vincenzo Spadafora - ex assistente di Pecoraro Scanio, ex collaboratore di Rutelli, ex garante per l'Infanzia in quota centrodestra, ex presidente Unicef Italia, nonché amico di Balducci, quello della "cricca" e degli scandali omosessuali in Vaticano tanto per intenderci.
Nell'ultimo viaggio, poi, era presente anche Rocco Casalino, che - stando a quanto scrive Francesca Buonfiglioli su Lettera 43 - è entrato recentemente nelle grazie di Di Maio "gestendo assieme a Spadafora le uscite istituzionali" del candidato premier grillino. Un'ingerenza che avrebbe infastidito la Virgulti, vistasi sempre più emarginata dalla carriera politica del fidanzato. Addirittura, voci di palazzo sarebbero convinte che la storia fra i due fosse già finita molto tempo fa e che, in realtà, fosse un connubio molto poco passionale e invece molto strategico. Silvia Virgulti, come ricorda sempre Francesca Buonfiglioli, era infatti "un esperimento" di Casaleggio, elemento ben spiegato nell'imperdibile libro-verità Supernova di Nicola Biondo, che la Virgulti l'ha conosciuta da vicino quando egli era capo comunicazione m5s alla Camera, e Marco Canestrari.
Insomma, l'addio di Silvia Virgulti a Luigi Di Maio segnerebbe un distacco di quest'ultimo dalla linea di Casaleggio e quindi di Milano, per assumere connotati sempre più romani. A Roma, infatti, Casalino è ormai potentissimo e così Spadafora. Un triangolo di interessi politico-istituzionali che avrebbe allontanato sempre più la bella Virgulti segnando la fine dell'idillio con Di Maio, affettuoso o strategico che fosse.
Intanto alla Camera si sceglie proprio in queste ore un nuovo addetto alla comunicazione grillina, altro dato che indicherebbe il triste fato di Silvia Virgulti, la donna che sarebbe potuta diventare la first lady italiana. Un sogno infranto dalle ambizioni di due uomini.