Politica
M5s, Verdini condanna i grillini: "E' l'inizio della fine, si estingueranno"
Denis Verdini profetizza l'epilogo dell'avventura grillina presentando i dati della batosta del 10 giugno. "Gli equilibri di governo cambieranno"
Il m5s sta vivendo una parabola discendente? Sembrerebbe azzardato pensarlo dal momento che sono al Governo e che, alle ultime elezioni politiche, hanno ottenuto il 32 % dei voti.
Ma la situazione, rispetto al 4 marzo, è cambiata rapidamente. L'abbraccio di Matteo Salvini li ha a tutti gli effetti fagocitati, Luigi Di Maio vive all'ombra del suo omologo leghista e la vicenda dello stadio della Roma e dell'arresto dell'avvocato Luca Lanzalone ha peggiorato la situazione.
Ma secondo Denis Verdini questo è solo l'inizio... della fine. Sul quotidiano Il Tempo, per il quale collabora da diversi mesi con successo rivelandosi penna sagace e puntuta, egli traccia un bilancio delle elezioni comunali di domenica scorsa (aggiungendovi anche la disfatta subita dai grillini al Terzo e all'Ottavo Municipio a Roma, non riuscendo neanche ad arrivare al ballottaggio).
A parere dell'ex braccio destro di Silvio Berlusconi, il dato da considerare è quello relativo al proporzionale. ossia i voti ottenuti dal M5s rispetto al totale: l'11,9%. In soldoni, un terzo di quelli raccolti il 4 marzo, solo pochi mesi prima.
Verdini snocciola i dati - precisi - e fa notare che il m5s in brevissimo tempo ha perso ben 28 punti percentuali, e al Sud addirittura il 35 %. Una débacle clamorosa, insomma, che vede i grillini dilapidare in una novantina di giorni un terzo dei voti ottenuti al Sud.
Verdini ricorda anche il prossimo evento elettorale, quello delle Europee nel 2019. Nel 2014 il m5s perse sonoramente a vantaggio del Pd, che raggiunse lo storico risultato del 40 %. E secondo l'ex berlusconiano di ferro, il m5s - se dovesse continuare su questa china - otterrebbe una batosta ancor più sonora. E a quel punto, la Lega ne farà un sol boccone, portando forse a una crisi di governo o, almeno, a un ridimensionamento delle velleità pentastellate nell'esecutivo (già in questo stesso momento ampiamente monopolizzato dal Carroccio).