Politica

Macron è cattivo: l'improvvisa scoperta di politici e giornalisti italiani

Daniele Capezzone

Emmanuel Macron non piace più. Da Romano Prodi ad Eugenio Scalfari è tutto un lagnarsi contro l'Eliseo

Da Romano Prodi ad Eugenio Scalfari, nelle ultime 72 ore è tutto un lagnarsi contro Macron.
 
In particolare – e giustamente – ci si duole della clamorosa esclusione dell’Italia dal vertice sulla Libia. Terzo schiaffo, notiamo qui: dopo il semaforo rosso a operazioni di Fincantieri nella cantieristica francese; e dopo le prese in giro sull’immigrazione (“in Francia, dall’Italia, possiamo accettare i profughi, non i migranti economici”, che è come dire “teneteveli”).
 
Dunque, l’establishment italiano scopre improvvisamente che l’inquilino dell’Eliseo è cattivo, è napoleonico, si fa gli affari suoi, e…perfino che è francese!
 
Eppure un mese fa erano tutti lì a festeggiarlo, in un tripudio di bandiere europee e Inno alla gioia. Ho qui una collezione (la rileggo nelle giornate di malinconia) di dichiarazioni di esponenti italiani sull’elezione di Macron. Toni lirici, da destra a sinistra, quasi senza eccezioni. Con gli immancabili “servirebbe un Macron anche qui”, un Renzi su di giri, con coro unanime dei grandi giornaloni mainstream, e l’indimenticabile sortita di un esponente di primo piano di Forza Italia (“Macron è liberalsocialista come me”).
 
Teatrino a parte, resta la sostanza, che qui – nel nostro piccolo – tentiamo di illuminare da mesi. Queste umiliazioni sono per un verso il frutto di un’Italia ridotta a “espressione geografica”, e per altro verso un antipasto di come l’asse franco-tedesco si prepara a trattarci.
 
PS. In eccellente controtendenza, si raccomanda vivamente la lettura di Pierluigi Magnaschi stamattina su Italia Oggi, che ben descrive la schizofrenia di un Paese che tace su Macron, ma poi urla e si sfoga contro i paesi del gruppo di Visegrad.