Politica

Ucraina, ennesimo inutile vertice di Macron. Meloni presente (controvoglia), ma prepara il viaggio negli Usa

Il tavolo vero è quello tra Trump e Putin, Europa ininfluente

Di Alberto Maggi

Meloni sta lavorando dietro le quinte a un viaggio negli Stati Uniti per cercare di sfruttare il suo buon rapporto con Trump sia sul fronte dei dazi sia su quello della geopolitica


L'ennesima passerella inutile voluta da Emmanuel Macron, un presidente che non ha più la fiducia in Parlamento politicamente e anche economicamente (vista la situazione della Francia) debolissimo e che sta cercando in tutti i modi di ritagliarsi uno spazio che non ha. Forte soltanto di essere l'unico Paese dell'Unione europea con gli armamenti nucleari, quindi un deterrente importante soprattutto nei confronti della Russia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato in mattinata all'Eliseo, dove Macron riunirà i leader di circa trenta stati alleati dell'Ucraina per un nuovo (inutile) vertice della "coalizione dei volenterosi".

Il summit è, almeno in teoria, chiamato a definire le garanzie di sicurezza per il paese invaso dalla Russia nel caso venisse raggiunto un accordo di pace. Tra i leader, controvoglia, partecipa anche il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, oltre al primo ministro britannico Keir Starmer, al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al vicepresidente turco Cevdet Yilmaz. Presente anche il capo della NATO Mark Rutte, così come i rappresentanti delle istituzioni comunitarie.

Fonti qualificate di Fratelli d'Italia, però, spiegano che questi vertici sono poco significativi perché la vera partita si gioca tra gli Stati Uniti di Donald Trump che tratta direttamente con la Russia di Vladimir Putin e con un ruolo di primissimo piano della Cina. Zelensky cerca continuamente una sponda europea, e Macron e Starmer sono i suoi più fedelissimi alleati, per non restare con il cerino in mano come è successo con la clamorosa figuraccia in mondovisione nello studio ovale della Casa Bianca di qualche settimana fa.

In Europa sanno perfettamente che Mosca considererebbe una presenza militare di Paesi NATO sul territorio ucraino - ad esempio soldati francesi e britannici - come una dichiarazione di guerra alla Russia e in quel caso Washington lascerebbe fare a Mosca senza intervenire per aiutare i "parassiti" europei (parola che entrerà nella storia e che spiega perfettamente che cosa pensino Trump e il suo vice J.D. Vance dell'Unione europea. I veri giochi si fanno in Arabia Saudita dove ci saranno altri incontri tra le delegazioni Usa, russa e ucraina.

Il tycoon vuole portare a casa l'accordo sulle terre rare come risarcimento per i tantissimi dollari spesi in tre anni per aiutare non solo militarmente Kiev ed è pronto a un'intesa con la Russia per una sorta di nuovo ordine mondiale. E quindi la divisione dell'Ucraina con la cessione di circa il 20% del territorio alla Russia, oltre alla Crimea, e l'impegno assoluto e categorico che Kiev non entrerà mai nella NATO (sempre che ad uscire non siano gli Usa). Quindi - come sottolineano nel partito della premier, sempre ben consigliata dalla sorella Arianna Meloni - il vertice di oggi a Parigi serve soltanto a ribadire per l'ennesima volta il sostegno incrollabile all'Ucraina e la condanna dell'aggressione russa.

Ma di concreto non verrà deciso nulla. Perché le carte non le danno né Macron, né Starmer (mai stato così lontana Londra da Washington) ma gli Stati Uniti che trattano direttamente con Putin bypassando totalmente i "parassiti" europei. Meloni partecipa, controvoglia, come detto, per non apparire come anti-Ucraina ma sa perfettamente che si tratta dell'ennesimo summit con parole magari forti ma che di concreto partorirà il nulla. Zero assoluto.

Se non ribadire quello che è già noto a tutti e cioè che verranno schierati soldati al confine dell'Ucraina (una volta raggiunta la tregua sui tavoli che contano che non sono all'Eliseo), principalmente in Polonia (ma qualcosa anche nelle repubbliche baltiche), ma non da parte di Ungheria e Italia. Il nostro Paese, infatti, come ha ribadito ieri il vertice di governo con il ministro Guido Crosetto e i due vicepremier, potrebbe aderire a una missione internazionale solamente se fosse sotto le bandiere delle Nazioni Unite. Ma al momento una partecipazione dell'Onu non è contemplata e soprattutto non interessa agli Usa.

Anzi, la premier semmai sta lavorando dietro le quinte a un viaggio negli Stati Uniti per cercare di sfruttare il suo buon rapporto con Trump sia sul fronte dei dazi sia su quello della geopolitica mondiale, Ucraina ma non solo, ritagliandosi quel ruolo di ponte tra Usa e Ue di cui tante volte si è parlato.