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Politica
Made in Italy, in arrivo la legge in Cdm: di cosa si tratta

Ed è proprio per agevolare le imprese (non disturbare chi crea ricchezza” aveva detto in campagna elettorale la premier) che il ministro Urso sta lavorando di gran lena su provvedimenti che possano snellire le procedure burocratiche e tutti i processi autorizzativi che hanno frenato non solo le imprese nostrane, ma anche i grandi investimenti dall’estero. Perché anche i capitali nel nuovo contesto geopolitico internazionale, stanno subendo un chiaro processo di ricollocazione, come ha giustamente sostenuto il ministro, ad un recente intervento a Roma per la presentazione della fiera delle tecnologia che si terrà a Roma il prossimo ottobre. E il nostro paese deve farsi trovare pronto, con una nuova strategia che miri a facilitare chi nel nostro paese è interessato a creare occupazione e ricchezza.

Le nuove norme prevedono già processi autorizzativi facilitati per le imprese straniere che decidono di investire in Italia più di 25 milioni di euro, mentre per coloro che investono dai 400 milioni in su è prevista una unica conferenza dei servizi sotto l'egida del dicastero del Mise. Per quanto attiene strettamente al tema del reperimento della materie prime indispensabili, come quelle delle terre rare, per guidare il processo di transizione ecologica delle imprese, dovrebbe invece essere oggetto della nuova normativa (che dovrebbe essere come detto pronta a febbraio) che riguarda le microtecnologie e che prevede la costituzione anche di un fondo sovrano, che possa investire in imprese nazionali, soprattutto per risolvere l’atavica carenza che abbiamo di materie prime, non solo energetiche, di cui in alcuni è ricco il nostro sottosuolo (come il litio necessario per le batterie elettriche delle auto o il titanio in Liguria e ancora l’antimonio in Toscana).

Il vero problema è che in Italia così come nel caso delle tanto contestate trivellazioni nell’Adriatico, che ora il governo Meloni vorrebbe riprendere (su questo punto, proprio il ministro Urso già nei mesi scorsi era sembrato assai chiaro), per la ricerca di giacimenti di gas, gli investimenti in esplorazioni ed estrazione di materie prime sono fermi da 30 anni. In alcuni casi addirittura le concessioni, come quelle del litio in Lazio, sono state concesse ad imprese straniere, come la Vulcan energy australiana ( evidentemente la sinistra italiana usa la sostenibilità e il green come puro strumento ideologico, se queste sono le politiche di chi ha governato la Regione negli ultimi 9 anni).

Insomma occorre un cambio di strategia, che questo governo sembra in questi primi 6 mesi portare avanti, anche perchè il prossimo anno vedrà il nostro paese alla guida del G7, e quindi i grandi della terra saranno ospitati dal nostro paese, che sarà sotto gli occhi di tutto il mondo. Il made in Italy da anni è un fiore all’occhiello del nostro paese, ma serve che le politiche del governo facciano di più per agevolarlo e per aiutarlo a crescere, per poter competere con i grandi player del mondo asiatici ed americani. Certo per poter fare questo occorrerebbe che tutta l’Europa unita approvasse una politica economica comune in grado di fronteggiare i piani monstre come quello americano contro l’inflazione (inflation reduction Act) che comporta un investimento monstre da 750 miliardi di dollari fino al 2030, e il capitalismo di stato cinese. Questo sarebbe anche l’auspicio del governo italiano, ma questa, ahinoi, è tutta un’altra storia.

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