Politica
Maggioranza, è rischio 'liberi tutti'. Dal catasto al Csm, alle balneari
Governo, si rischia un nuovo 'incidente'
Il Movimento 5 stelle prepara la difesa sul 'superbonus'
La Commissione Finanze della Camera era convocata alle 14 di domani ma FI ha chiesto uno slittamento per permettere ai parlamentari di partecipare ai funerali dell'ex ministro Martino. Dovrebbe cosi' riunirsi alla fine della seduta dell'Aula ma la Lega ha fatto sapere che non partecipera' ai lavori fino a quando non ci sara' un accordo complessivo su tutto il provvedimento fiscale, dopo lo scontro sulla riforma del catasto che ha mandato in tilt la maggioranza. L'obiettivo del partito di via Bellerio e' puntare subito sulla flat tax, la richiesta e' quella di una riunione di maggioranza che possa, tra l'altro, affrontare la questione del relatore della delega, perche' il presidente Marattin non viene piu' considerato 'superpartes'.
Ma in generale il centrodestra chiede una ridistribuzione delle presidenze in Commissione. "Non e' un problema di poltrone ma di equilibri", la tesi. Strada in salita dunque per un accordo sul fisco. Questa mattina si e' tenuta una riunione di Forza Italia. Il partito azzurro ha tentato di convincere palazzo Chigi sulla necessita' di tornare sui suoi passi, affinche' si possa presentare l'emendamento che il centrodestra aveva ipotizzato riformulando l'articolo 6. Il governo ha detto no, da qui lo stallo e il rischio di un nuovo braccio di ferro. Perche' la Lega ha intenzione di fatto di bloccare i lavori anche nelle Commissioni di palazzo Madama, dove si affrontera' il tema delle concessioni balneari. Mercoledi' al Senato dovrebbe andare in Aula la riforma degli appalti ma anche qui non c'e' accordo.
Domani intanto alla Camera riprenderanno le votazioni sul 'fine vita'. Con i tempi contingentati si prevede un via libera a Montecitorio a meta' settimana, a seguire ci sara' il voto sul carcere ostativo. Ma giovedi' si potrebbe aprire un'altra crepa nella maggioranza, perche' scade il termine dei sub-emendamenti alla riforma del Csm. Il centrodestra gia' mette le mani avanti: "Il governo - osserva una fonte della coalizione - ha spiegato che il governo si rimettera' al lavoro della Commissione o all'Aula, non ci sono vincoli". Da qui il timore nel governo, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, di un 'liberi tutti'. Qualche giorno fa il ministro per i Rapporti con il Parlamento D'Inca' ha lanciato l'allarme, chiedendo maggiore responsabilita' dei partiti in un momento che vede impegnato il governo a gestire i risvolti della situazione in Ucraina. Sulla riforma del Csm le spinte sono contrapposte. Il Pd sta preparando delle modifiche per rendere maggiormente 'flessibile' lo stop alle porte girevoli tra magistratura e politica, salvaguardando i ruoli tecnici.
Il partito del Nazareno aveva gia' fatto mettere a verbale durante il Consiglio dei ministri che ha affrontato il nodo i dubbi sulle decisioni dell'esecutivo ma - spiega un 'big' dem - il Pd sara' pronto a ritirare i sub-emendamenti se il governo riterra' che non c'e' condivisione nella maggioranza. Insomma, l'esecutivo potrebbe essere tentato di blindare la riforma del Csm, sia per i tempi stretti del prossimo voto che riguarda l'organismo di autogoverno della magistratura, sia perche' punta a rispettare le scadenze del Pnrr. I partiti della maggioranza Draghi hanno idee molto diverse. FI puntera' sul sorteggio temperato, sulla separazione delle funzioni (si deve decidere nei primi cinque anni), vuole che la regola delle porti girevoli valga per tutti, come opzione di 'rientro' delle toghe inserisce anche quella dell'Avvocatura dello Stato. Per quanto riguarda la legge elettorale il Movimento 5 stelle presentera' sub-emendamenti anti-correnti, dira' la propria sulle nomine sui direttivi ma soprattutto chiede un ritorno dell'impostazione Bonafede sulle porti girevoli, mettendo paletti anche sulle cariche governative. Sulla stessa lunghezza Italia viva e Azione. Paletti ancora piu' stretti per i ruoli apicali di governo, valutazione sulle professionalita' non a campione ma in maniera complessiva e scelta subito sulla separazione delle funzioni.
E' comunque il tema della riforma del catasto ad agitare ancora le acque nella maggioranza. "Nessuna paghera' piu' tasse", ha assicurato da Bruxelles il presidente del Consiglio Draghi. "Il premier si e' lasciato andare ad una risata, affermando che non ci saranno ulteriori tasse per i cittadini. Peccato che la riforma sia una patrimoniale nascosta, l'ennesima stangata ai danni degli italiani e delle loro proprieta'. Non c'e' veramente nulla da ridere", sostiene il presidente di Fdi Meloni. "Draghi si sta rivelando di essere come Monti", l'accusa che arriva sottotraccia dal centrodestra. Sul tavolo della Commissione Finanze di Montecitorio c'e' innanzitutto l'emendamento di Alternativa c'e' che svuota di fatto l'articolo 6. "Ma riguarda solo il comma 2. Faremo la battaglia in Aula, e' ancora lunga", spiega una fonte parlamentare azzurra. FI dovrebbe astenersi. Ma intanto occorrera' capire quando si riprendera' a votare, l'ex fronte rosso-giallo tira dritto, con la sponda del governo.
E poi c'e' il tema del caro energia. Il presidente M5s Giuseppe Conte ieri ha riunito i big M5s, alla presenza anche dei ministri, per preparare un piano energia - che preveda interventi contro il caro bollette e il caro benzina - e misure per la famiglia e le imprese. L'ex premier ha intenzione di presentare il piano al premier Draghi e alle forze parlamentari. "Ci impegneremo anche per i pescatori e non solo perche' questo caro energia rischia di emarginare al di fuori del consorzio economico e di mercato tantissime categorie", ha detto Conte. Il Movimento 5 stelle prepara anche la difesa sul 'superbonus'. Anche il centrodestra chiede misure per fronteggiare i rincari, "tutti i partiti votino l'emendamento sul caro-carburante", spiegava ieri Salvini. Il governo e' al lavoro e nel frattempo ha portato le sue richieste a Bruxelles. Ma le fibrillazioni riguardano tutti i dossier in Parlamento. "Il centrodestra non ha capito la gravita' della situazione", spiega un esponente del Pd che ricorda come il premier Draghi sia stato chiaro: "Se il governo va sotto ne trarra' le conseguenze".
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