Politica
Manovra, Storace: "Centoventi poveri a digiuno per celebrare Nilde Iotti"
"Duecentomila mila euro in due anni per celebrare Nilde Iotti"
Contro la casta. Ale’! Doppio mandato e basta. Ale’! Stop al passato. Ale’! Ma manco per idea. Che ti fa il governo del cambiamento di Conte, Salvini e Di Maio? La rivoluzione vien di notte e ti infilano nel maxi-mega-emendamento al bilancio al Senato una bella normetta di quelle ad hoc, che non crediamo imposta come altre dall’Europa. Nelle centinaia di commi ci sono duecentomila mila euro in due anni per celebrare Nilde Iotti.
Togliamo un paio di mesi di reddito di cittadinanza a centoventi poveretti e spariamo fuochi artificiali per la zarina della prima Repubblica. La buonanima di Togliatti sarà felice di tanta generosità.Lo hanno scritto al comma 651 e spicci di una legge finanziaria – ai tempi della Iotti si chiamava così – spiaggiata per un pugno di pochissime ore nell’aula di Palazzo Madama (nomen omen).
L’omaggio alla donna che ha trascorso il suo cinquantennio in Parlamento per ben 13 anni – anche più di un qualunque uomo – al vertice di Montecitorio. La casta più casta che si possa individuare, direbbe Alessandro Di Battista.
La riabilitazione del passato che volevano buttare giù, la certificazione postuma di diecimila mandati parlamentari, tutto pagato a suon di fondi pubblici nonostante i salti mortali che hanno dovuto fare con l’Unione europea.
Con anche un lato comico. Nel comma dedicata a tanto encomio c’è scritto per celebrare il trentennale della morte. Ma la Iotti se ne andò nel 1999. Venti anni, non trenta. Uno pignolo, se non cambiano la norma alla Camera, potrebbe pretendere di “celebrarla” fra dieci anni.
Fanno sciocchezze e nemmeno le fanno bene.
Bastava discutere seriamente il bilancio e qualcuno si sarebbe accorto dello svarione. Invece si è preteso di approvare senza neppure verificare il contenuto e persino quelli della Lega hanno detto si’, dimenticando per qualche secondo il loro celebre anticomunismo.
Di più: quella cattiva consigliera che è la fretta – e lo fa notare il dossier redatto sulla norma proprio dal Parlamento che la Iotti ha dominato per oltre dieci anni, almeno qualcuno l’ha dovuta leggere – non spiega da chi e come saranno spesi quei quattrini: “Non è indicato – si osserva – il soggetto preposto all’organizzazione delle celebrazioni“.
Tenderemmo a non pensare allo Spirito Santo, che sarebbe offensivo per una donna dichiaratamente atea… E neanche alla fondazione presieduta ad onore da Marisa Malagoli Togliatti, adottata nell’unione clandestina tra i due dirigenti comunisti dell’epoca…
Qualcuno risolverà la tenzone, ovviamente nella trasparenza col binocolo di questi tempi bui; ma quel che appare incredibile è una decisione di cui nessuno aveva traccia, o pochi fortunati. Ma ora dobbiamo aspettarci – di qui a qualche decennio – spese del genere quando, auguriamo il più tardi possibile alle interessate, tireranno le cuoia Irene Pivetti e Laura Boldrini? E a Fini che faremo, un monumento?
Chissà se nel governo del cambiamento qualcuno tirerà fuori uno straccio di spiegazione. E non si azzardino a dire “per la lunga attività parlamentare”. Perché a Roma il loro “cambiamento” targato Raggi ha negato ad un grande protagonista della vita istituzionale come Giorgio Almirante il valore di una strada. Gratis e non duecentomila euro in due anni….
Diciamolo, Fico, no?