Politica

Maraio (PSI): "Con la Schlein un argine contro i sovranisti"

di redazione politica

Il segretario del Partito Socialista si confessa ad Affari: "Altro che sgrammaticatura, La Russa vuole riscrivere la storia"

Meloni ha parlato di “sgrammaticatura istituzionale” per le parole del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, sull’eccidio di Via Rasella. Pensa fossero necessarie le dimissioni come ha sostenuto l’ANPI? 

Più che di ‘sgrammaticatura istituzionale’, come sostiene la premier, mi è sembrato un goffo tentativo di riscrivere la storia del nostro Paese. Non si può sostenere che a via Rasella furono uccisi ‘una banda musicale di altoatesini pensionati’, perché significa delegittimare la Resistenza. Un’offesa a chi ha contribuito a liberare il nostro Paese dalla dittatura nazifascista. L’aggravante è che questo tentativo di revisionismo sia venuto dalla seconda carica dello Stato che ha un modo preciso di vedere la società: la richiesta di dimissioni è caduta nel vuoto proprio per questa ragione.

In Finlandia ha trionfato il centrodestra, così come successo in Svezia qualche mese fa e in Italia il 25 settembre. I socialdemocratici stanno vivendo una grossa crisi a livello europeo. Secondo lei come se ne esce? 

In realtà, a ben vedere i risultati delle elezioni, la Sdp ha ottenuto il 20% dei voti e 43 seggi, meglio del 2019. Il punto qualificante delle elezioni, però, non era l’adesione o meno all’Alleanza atlantica, che Sanna Marin aveva sostenuto con forza, ma l’economia. In un paese di 5 milioni e mezzo di abitanti, dove c’è stato un tasso di partecipazione prossimo al 72 per cento, era normale fosse la questione più sentita. Ma con l’inflazione schizzata all’8,8%,  dopo pandemia e guerra, con l’impennata di energia e materie prime, i finlandesi hanno scelto la proposta sovranista più lontana dall’Europa. Un duro colpo per il campo socialdemocratico europeo, minacciato da una nuova ondata di nazionalismo, che si dovrà rinsaldare alle elezioni europee del prossimo anno, con un lavoro comune e condiviso con tutte le forze socialiste e socialdemocratiche d’Europa.

La Presidente del Consiglio ha parlato di introdurre il liceo “made in Italy” per valorizzare percorsi che spieghino il legame che esiste tra nostra cultura, i territori e la nostra identità». Ritiene sia una proposta adeguata in ambito scolastico?

Da un governo che dovrebbe avere a cuore il futuro del paese mi sarei piuttosto aspettato una difesa strenua del diritto all’istruzione pubblica, che rischia di spaccarsi proprio a causa della paventata riforma Calderoli sull’autonomia differenziata dove, se andasse frettolosamente in porto, ci sarebbero studenti di serie A e studenti di serie B. Quella del liceo del “made in Italy”, come anche altre proposte del governo, è un’idea assai fantasiosa, che segnala uno spirito nazionalista e revanscista, che nulla ha a che fare con la tutela della cultura e dell’identità italiana. Il governo ha deciso di piantare una bandierina ideologica al giorno, come arma di distrazione di massa rispetto ad altri problemi. Non è un buon segnale.