A- A+
Politica
Marco Rizzo: "100 mln di morti del comunismo non esistono. Tutti al Colosseo"

Rizzo, la prima pagina di “Libero” oggi la attacca direttamente sostenendo che la sua manifestazione di domani a Roma al Colosseo vuole celebrare cento milioni di morti del comunismo. Cosa risponde? 
«Non sono certo stupito. I giornali di destra ci attaccano, quelli di sinistra e dei cinque stelle restano in silenzio imbarazzati. Ma si tratta di due strategie diverse per lo stesso fine. Il comunismo a cent’anni dalla Rivoluzione del 1917 fa ancora paura perché è l’unica alternativa al capitalismo». 

Ma sui morti del comunismo è difficile dar torto a quello che stanno sostenendo i suoi avversari. Non si può negare un dato del genere? 
«Come le dicevo, lo spettro del comunismo a cent’anni dalla Rivoluzione del 1917 fa ancora paura, e per questo media sono impegnati in una incessante campagna di falsificazione storica che ha nei “morti del comunismo” e nell’equiparazione col nazi-fascismo il suo principale strumento. Cosa significa affermare che il comunismo ha prodotto 100 se non addirittura 120 milioni di morti, come fa oggi “Libero”? Nulla. In primo luogo perché si tratta di numeri gonfiati e privi di riscontro storiografico attendibile. Ormai basta aggiungere numeri e nessuno crede di doverli provare. In secondo luogo perché nessuno si interroga in Italia, e nei paesi capitalistici, su quanti morti abbia fatto il capitalismo, e i criteri di imputazione al sistema sociale sono opinabili. Quanti sono i morti causati dalle guerre capitalistiche in duecento anni? Quanti quelli delle carestie, determinate dalle politiche imperialiste nel continente africano? Quanti morti ha prodotto l’assenza di assicurazioni sociali e sanitarie per i lavoratori nella democratica America? Se ragionassimo con gli stessi criteri che si vogliono applicare ai “morti del comunismo” non c’è alcun dubbio, il capitalismo è il sistema più criminale della storia». 

Capisco, pur ammettendo che il suo ragionamento abbia un senso, questo non giustifica quelli che però ci sono stati. Pochi giorni fa lei è stato a Mosca a celebrare la rivoluzione sulla piazza rossa, non sente rimorsi? 
«No. Penso che il socialismo reale abbia costituito un’esperienza preziosa per le classi lavoratrici, che gli errori commessi debbano essere analizzati ma non possono essere il pretesto per demonizzare quell’esperienza. E soprattutto gli aspetti negativi devono esser contestualizzati. L’URSS era accerchiata, posta sotto assedio economico e militare da tutti gli stati capitalistici, attaccata da 14 nazioni contemporaneamente, quando dovette affrontare la costruzione del socialismo. Poi ebbe di fronte Hitler. Non si poteva fare la rivoluzione con i guanti di velluto. Persino personaggi di opposta fazione come Churchill o De Gasperi lo riconobbero. Se vogliamo affrontare un dibattito serio siamo pronti». 

Scusi però è legittimo chiedersi, se esiste l’apologia di fascismo perché non dovrebbe esistere quella di comunismo. Non trova?
Basterebbe ricordare che i comunisti hanno liberato l’Italia dal nazifascismo, che il 70% dei partigiani era comunista. Comunque se si riferisce alla legge Fiano abbiamo detto più volte che non ci interessa. E’ una legge che serve al PD solo a recuperare consensi a sinistra mentre al governo fanno le peggiori politiche contro i lavoratori. Una legge del genere finisce solo per favorire i fascisti, facendo passare l’idea che siano contro il sistema. E’ l’ennesimo regalo, per questo serve rafforzare la costruzione del partito comunista. 

Ma se il socialismo era così bello perché alla fine è crollato? Ieri era l’anniversario del crollo del muro di Berlino, migliaia di persone picchiarono quel muro, non trova sia una lezione da ricordare?
Guardi ho scritto anche un libro sull’argomento, è in edicola si intitola “URSS” edito da Male edizioni. In realtà i paesi socialisti sono entrati in crisi quando sono state approvate politiche che reintroducevano elementi di capitalismo, e le dirigenze si sono allontanate dagli ideali comunisti. Le riforme prima di Chruschev e poi di Gorbacev sono state dannose e distruttive. Parlo anche di quella notte a Berlino. Ma alla fine i tedeschi dell’est hanno scambiato diritti sociali garantiti, lavoro, casa, assistenza sanitaria sicura per guardare le vetrine luccicanti di Berlino ovest. E oggi la condizione nell’est della Germania non è di certo migliore di prima. 

Quindi sabato sarete comunque in piazza? 
«Certo e non per fare una celebrazione inutile. Protesteremo contro le politiche del governo sul lavoro, sulla casa, sui diritti sociali; chiederemo l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea e dalla Nato. Oggi il capitalismo è responsabile della disoccupazione di massa, della compressione dei salari e dei diritti sociali, del peggioramento della condizione di vita di milioni di persone e che tutto ciò è funzionale alla concentrazione della ricchezza in poche mani. Milioni di persone vivono sulla loro pelle ogni giorno questa condizione».

In vista delle prossime elezioni, siete interessati al progetto di D’Alema?
«No grazie. Tra Renzi e D’Alema non c’è nessuna differenza. Quando la sinistra si è allontanata dall’obiettivo del socialismo i risultati sono stati drammatici. Abbandono delle classi popolari, qualche posto al governo in cambio di applicare le politiche antipopolari e diventare i galoppini della finanza. I comunisti non fanno alleanze con questa sinistra degenerata».  

Tags:
marco rizzocomunismo marco rizzocomunisti colosseomarco rizzo comunisti





in evidenza
Leo Di Bello e Sarah Castellana: "Noi come Lautaro-Morata". Eros Ramazzotti special guest star

Champions show su Tv8

Leo Di Bello e Sarah Castellana: "Noi come Lautaro-Morata". Eros Ramazzotti special guest star


in vetrina
Simpson, l'episodio finale che gela il sangue. Muore un celebre personaggio, poi...

Simpson, l'episodio finale che gela il sangue. Muore un celebre personaggio, poi...


motori
Porsche Taycan Cup: Al via il primo campionato monomarca elettrico in Italia

Porsche Taycan Cup: Al via il primo campionato monomarca elettrico in Italia

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.