Politica

Mes, Monti e la proposta-trappola: doppia polpetta avvelenata al governo

Di Giuseppe Vatinno

La proposta del furbo economista non mette a riparo l'Italia dal pericolo della ristrutturazione del debito pubblico

Mes, Mario Monti e la proposta pericolosa 

Quando Mario Monti scrive sul Corriere della Sera occorre stare vigili; è una sua antica tecnica sia che ce lo abbiano mandato sia che sia venuto da solo. Lo fece, in maniera sospetta, già nel 2011 quando ci fu la crisi dello spread che fece fuori Silvio Berlusconi ed infatti divenne Capo del Governo.

Da qualche tempo l’ex Primo Ministro è tornato ad aleggiare su via Solferino con il terzo articolo di qualche giorno fa, dopo quelli del 18 dicembre 2022 e quello del 25 maggio scorso. Questa volta si tratta della ratifica del Mes, il Trattato di modifica del Meccanismo europeo di stabilità. Il furbo economista invita le due “fazioni” contendenti, che potremmo chiamare alla Umberto Eco gli apocalittici e gli integrati a tenersi le proprie opinioni ma a ratificare.

LEGGI ANCHE: Governo, a che gioco si sta giocando? Tajani fa marcia indietro sul Mes

Dopo aver lanciato la meravigliosa proposta si accorge però –e lo fa da solo- che gli apocalittici che lui chiama i “dannazionisti” potrebbero obiettare: «Già ma se l’Italia procede alla ratifica e rende perciò operativo il nuovo Mes, magari un giorno un governo italiano potrebbe, per capriccio o per necessità, fare ricorso a qualcuno di questi strumenti, assumendo così il veleno cinicamente predisposto dall’Europa. È meglio che noi, parlamentari che temiamo il Mes, impediamo la ratifica. Punto e basta. Non ce ne importa niente se così facendo blocchiamo anche tutti gli altri Paesi».