Politica

Mario Segni ad Affari: "Golpe di mio padre? Più grande fake news della storia repubblicana"

Mario Segni scrive al direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino sulla crisi del 1964 e sul piano Solo. ECCO LA LETTERA

Quell’estate torrida non fu caratterizzata da arresti e deportazioni. Ma frantumò il sogno riformista e impresse una brusca frenata sulle riforme di struttura, che erano alla base del patto tra il PSI autonomista di Nenni e la Dc dell’apertura a sinistra attuata, seppur timidamente, da Aldo Moro. Il leader romagnolo-grande tribuno, per cui esistevano i livelli alti e la politique d’abord-scrisse, sull’”Avanti !”, di temere, se non l’ascesa dei generali al potere, la formazione di un “governo di emergenza con un carattere fascistico-agricolo-industriale”, e il tentativo di umiliare il Parlamento, i partiti, i sindacati.

Durante quella tempestosa crisi-anche a causa della scarsa conoscenza, da parte del PSI, degli apparati, i cosiddetti Corpi separati dello Stato-subì una notevole battuta d’arresto il disegno socialista di rendere più forti le resistenze delle istituzioni ai tentativi di condizionamento e di pressione di gruppi di potere e lobbies, finanziarie e militari, ostili all’allargamento della democrazia.

Pietro Mancini