Politica

Meloni capolista. "Non morirà per Ursula". Piano 'anti-Salvini'. Esclusivo

Di Alberto Maggi

Europee, irritazione in Fratelli d'Italia per la strategia leghista che usa Ursula contro Meloni. Ecco le contromosse

Anche l'affondo di Tajani ha messo benzina sul fuoco. Per Meloni, comunque, il governo è la "priorità assoluta". Ma non si farà superare a destra dalla Lega

 

Stentano a placarsi nel centrodestra le scosse di assestamento seguite alla manifestazione dell’eurogruppo leghista Identità e Democrazia, nel corso della quale Marine Le Pen ha sferrato un attacco diretto alla premier Giorgia Meloni, tra gli applausi dei militanti salviniani. Oggetto del contendere il presunto futuro sostegno dei meloniani a un bis di Ursula Von der Leyen a capo della Commissione europea.

Uno sgarbo che ha fatto trasalire i fedelissimi della premier, a partire dai suoi alfieri europei Carlo Fidanza e Nicola Procaccini, che con due interviste parallele hanno risposto a brutto muso ai leghisti. Ma il sassolino era talmente grosso che anche la stessa Meloni, interrogata dai giornalisti nel corso del suo tour in Molise e Basilicata, non si è risparmiata nel ricordare come lei sia l’unica leader del centrodestra a non aver mai governato con la sinistra e quanto sia quindi scorretto il tentativo salviniano di accomunarla ai socialisti europei in un nuovo abbraccio a Ursula.

Come se non bastasse, a mettere sale sulle ferite ci ha pensato Antonio Tajani, ricordando come nel 2019 fu proprio Salvini - poche settimane prima di staccare la spina al governo gialloverde - a spianare la strada all’indicazione di Ursula per bloccare la possibile nomina del socialista Timmermans.

Di sicuro c’è che Salvini ha deciso di giocare la sua campagna elettorale sul No a un bis di Ursula, terreno su cui Meloni rischia di entrare in difficoltà. Certo, come ripetono i meloniani, “Ursula è la candidata del Ppe, non di FdI e dei Conservatori di ECR”, ma non è semplice spiegare al grande pubblico che la procedura di elezione del nuovo Presidente è molto diversa da quella con cui si sceglie un primo ministro e nemmeno mantenere il difficile equilibrio con la stessa Von der Leyen, quando si ha la necessità di coltivare il rapporto per finalizzare i tanti dossier italiani aperti sul tavolo di Bruxelles ma anche quella di non “morire per Ursula” regalando a Salvini una fetta di elettori più euroscettici.

Persino la constatazione oggettiva dei risultati ottenuti in questi mesi su immigrazione, agricoltura e Pnrr rischia di suonare come una conferma del futuro sostegno meloniano a Von der Leyen. Per questo chi la conosce bene pensa che, per evitare sorpassi a destra, non solo Meloni si candiderà capolista di FdI alle Europee ma stia meditando qualche contromossa per arginare la narrazione salviniana. Senza, danno per scontato in Via della Scrofa, lacerare ulteriormente i rapporti nella coalizione perché “il governo per Giorgia rimane la priorità assoluta”.