Politica
Meloni cede all'Europa: ok al Mes. Defezioni nella Lega e caos... Esclusivo
La premier costretta a dire sì per trattare sulla manovra e sul nuovo Patto di Stabilità
I parlamentari di Fratelli d'Italia obbediranno senza se e senza ma al loro capo
Il dado è tratto. Entro la fine di ottobre - secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare - la premier Giorgia Meloni, d'intesa con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, imporrà alla maggioranza di Centrodestra di ratificare il Mes. Finora la presidente del Consiglio aveva preso tempo, aspettato, trattato, ma a questo il via libera al Meccanismo Europeo di Stabilità è inevitabile. Tempo scaduto (anche per cercare di fermare la possibile, probabile, lettera di richiamo della Bce all'Italia sul deficit-Pil di cui Affaritaliani.it ha scritto qualche giorno fa).
D'altronde le parole di qualche giorno fa del direttore generale del Mes, Pierre Gramegna (ricordando che Roma è l'unica dell'Eurozona a non avere ratificato il nuovo trattato) sono state chiarissime: "Aspettiamo che l'Italia proceda con la ratifica del Mes, stiamo lavorando duramente per convincerli a farlo. L'Italia è un Paese sovrano, ma si è impegnata a farlo, e ne abbiamo estremamente bisogno".
Meloni, obtorto collo, deve accettare e ingoiare il rospo per due motivi importanti e fondamentali: far accettare all'Unione europea e ai Paesi virtuosi, Germania in testa, lo sforamento del deficit-Pil per il 2024 previsto nella Legge di Bilancio e per cercare di strappare una riforma del Patto di Stabilità Ue che scorpori gli investimenti (e magari anche altre voci) dal calcolo del deficit e del debito. Un compromesso, insomma, che spinge la premier a cedere.
Altro non può fare, d'altronde, altrimenti si rischia una bocciatura della manovra e un Patto Ue durissimo che metterebbe l'Italia in ginocchio. A rischio non solo le misure principali previste nella Finanziaria, come la conferma del taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro di reddito all'anno per tutto il prossimo anno, ma la corsa dello spread che provocherebbe un incremento del costo dei titoli di Stato. Con Forza Italia non ci saranno problemi, Antonio Tajani è pronto a dire sì nello spirito europeista.
E se i parlamentari di Fratelli d'Italia obbediranno senza se e senza ma al loro capo, per Matteo Salvini - da sempre contrarissimo al Mes - sarà davvero difficile accettare il via libera, anche se il suo ministro dell'Economia è il primo a spingere per la ratifica. Il vicepremier e ministro dei Trasporti cercherà di far passare il Mes come necessario per ottenere qualcosa in cambio da Bruxelles, ma non è escluso che una fetta della Lega in Parlamento - quella più euroscettica - voti contro o diserti l'Aula. Il Mes verrà comunque ratificato senza alcun problema con i voti di Pd e dell'ex Terzo Polo (non certo del M5S) ma il pericolo è quello di una spaccatura nella maggioranza con una parte del Carroccio in rivolta. Ma Meloni non può fare altro. La decisione ormai è presa.