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Migranti, non basta la mediazione Meloni: veto di Ungheria e Polonia

di redazione politica

Consiglio europeo, il premier ungherese Viktor Orbán: "Non daremo più soldi all'Ucraina" e sui migranti: "Faremo la guerra"

Consiglio Ue, Meloni: "Torni a occuparsi di grandi questioni, non di come cucinare insetti"

"L'Europa deve affrontare quello che è il principio alla base di tutti i trattati, la sussidiarietà", dice la premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio europeo. "La Ue nasceva per mettere in correlazione la strategia sulle materie prime e sull'approvvigionamento energetico. Oggi quello su cui ci troviamo più esposti sono materie prime e approvvigionamento energetico, però sappiamo come cucinare gli insetti. Direi che bisogna tornare alle priorità che sono di un grande attore politico globale", ha proseguito la presidente del Consiglio.

Pnrr, Meloni: "Situazione terza rata non si sta aggravando"

La situazione della terza rata del Pnrr "non si sta aggravando, continuiamo a lavorare, come si legge nella comunicazione che questa mattina ha fatto la Commissione", ha detto Giorgia Meloni al termine del Consiglio europeo. "Gli spoiler che cercano di minare un lavoro molto paziente che stiamo facendo non stanno centrando il loro obiettivo. Stiamo lavorando bene sulla terza rata. Quello sulla quarta rata è un lavoro lungo e non entro nel merito dei singoli dettagli. Sono molto più ottimista di lei", ha proseguito Meloni rispondendo alla domanda di un cronista.

Consiglio Ue migranti, Meloni: "Polonia e Ungheria? Mai delusa da chi difende gli interessi nazionali"

"Non sono delusa dall'atteggiamento di Polonia e Ungheria. Non sono mai delusa da chi difende i propri interessi nazionali. La scelta di Polonia e Ungheria non riguarda quella che è la mia priorità in tema di immigrazione, cioè la dimensione esterna, riguarda la dimensione interna, cioè il Patto di immigrazione e asilo". Così la premier Giorgia Meloni dopo il Consiglio europeo, a proposito della battaglia condotta da Varsavia e Budapest contro la solidarietà obbligatoria.

Ucraina, Orban: "Non autorizzeremo nuovi fondi dall'Ue"

"Una cosa è chiara, noi ungheresi non daremo più soldi all'Ucraina fino a quando non diranno dove sono finiti i precedenti fondi per un valore di circa 70 miliardi di euro". Lo ha dichiarato il premier ungherese, Viktor Orban, in un'intervista alla radio statale dopo la prima giornata del vertice Ue dove sono state approvate le conclusioni che prevedono anche finanziamenti stabili e prevedibili per l'Ucraina. "Troviamo assolutamente ridicolo e assurdo dover contribuire con più denaro per finanziare i costi del servizio del debito di un prestito da cui non abbiamo ancora ricevuto i fondi che abbiamo diritto a ottenere", è tornato inoltre a criticare perché' i fondi del Pnrr ungherese sono ancora bloccati dalla Commissione europea a causa delle carenze nella tutela dello Stato di diritto.

Orban: "Guerra sulla migrazione, lottiamo per la libertà"

"Era in corso una guerra sull'immigrazione". Così il premier ungherese Viktor Orbán ha riassunto in un'intervista a Kossuth Radio la lunga notte al Consiglio europeo, segnata dal veto di Budapest e Varsavia sul capitolo delle conclusioni dedicate alla migrazione. "Non una rivolta, ma una lotta per la libertà", ha detto Orbán, ricordando le conclusioni dei vertici passati secondo cui le decisioni in materia sarebbero state prese con il consenso degli Stati. Nonostante ciò, ha osservato, la proposta sulle quote obbligatorie di migranti è stata approvata dai ministri dell'Interno Ue con quello che Orbán ha definito un "colpo di mano".

Consiglio Ue, per Meloni colazione di lavoro con Macron, Scholz, Morawiecki

Prima dell'inizio della seconda giornata del Consiglio europeo, all'hotel Amigo a Bruxelles c'è stata una colazione di lavoro sulla capacità di assorbimento di nuovi Stati Membri nell'Ue. Ai lavori hanno partecipato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese, Emmanuel Macron, il premier spagnolo Pedro Sanchez, il premier polacco Mateusz Morawiecki, il presidente della Romania, Klaus Iohannis, il premier olandese Mark Rutte, il belga Alexander De Croo, il portoghese Antonio Costa e lo svedese Ulf Kristersson.

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