Politica

Meloni tiene unita l'Europa a Trump. Sul piano di riarmo di Ursula solo una "chiacchierata". E niente nuovo deficit e debito

Consiglio Ue, cauto ottimismo tra i fedelissimi della premier

Di Alberto Maggi

Meloni in questo caso è riuscita a fronteggiare l'anti-trumpismo soprattutto del presidente francese Macron


Trapela soddisfazione dall'entourage di Giorgia Meloni sul Consiglio europeo a Bruxelles. Un cauto ottimismo, spiegano da Fratelli d'Italia, perché sulla contestata vicenda del piano di difesa e di riarmo da 800 miliardi di euro voluto da Ursula von der Leyen nella capitale belga si svolge soltanto una "chiacchierata" che fa seguito al Consiglio informale di due settimane fa, ma non è prevista alcuna decisione e soprattutto nessun voto.

E quindi viene a cadere anche la questione interna con la Lega dopo le parole del capogruppo alla Camera Molinari che aveva detto "Meloni non ha un mandato per approvare il piano di riarmo di von der Leyen", ma non c'è alcun voto e quindi il problema non sussiste.

L'Italia continuerà a lavorare sul lato finanziario per ottenere la garanzia pubblica europea e comunitaria, come all'epoca del Covid, per investimenti privati nel settore della difesa in un momento in cui la Germania vuole fare più debito ma Roma non vuole e non può continuare ad accumulare deficit e quindi anche debito pubblico. Meloni vuole stimolare investimenti privati e non fare solo deficit.

Sull'immigrazione, tema chiave per il governo italiano, la speranza - e anche qui c'è cauto ottimismo - è che venga confermata la lista dei Paesi sicuri per i rimpatri decisi dall'Unione europea che - spiegano da FdI - "sminerebbe l'azione di sabotaggio dei giudici di sinistra nei confronti dei migranti portati nei centri in Albania".

Sull'Ucraina le conclusioni saranno a 26 e non a 27 perché Orban e l'Ungheria non le approvano ma la premier ha insistito per richiamare più volte nelle conclusioni che venga confermato il rapporto con gli Stati Uniti di Donald Trump e l'asse con la Nato, ovviamente guidata dagli Usa. E quindi Meloni in questo caso è riuscita a fronteggiare abbastanza l'anti-trumpismo soprattutto del presidente francese Macron. Infine sulla competitività le decisioni di Bruxelles sono sostanzialmente in linea con la volontà dell'esecutivo e della premier.

DOSSIER IMMIGRAZIONE: LA NOTA DI PALAZZO CHIGI

A margine del Consiglio europeo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme al Primo Ministro danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha promosso una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio e in particolare al rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri.

Insieme a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea, hanno preso parte all’incontro i leader di Austria, Belgio, Cipro, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria. La Presidente Ursula von der Leyen ha illustrato i principali filoni di lavoro della Commissione in ambito migratorio, concentrandosi in particolare sulla recente proposta del nuovo "Regolamento Rimpatri".

Il Presidente Meloni, oltre a sostenere una pronta discussione e approvazione del provvedimento in Consiglio e in Parlamento europeo, ha auspicato, come anticipato dalla Presidente von der Leyen nella sua usuale lettera pre-Consiglio europeo, rapidi sviluppi anche in tema di lista europea di Paesi sicuri di origine e di anticipo di alcuni aspetti del Patto Migrazione e Asilo, a partire dal concetto di Paese sicuro di origine.

Nell’esprimere apprezzamento per il lavoro operativo e concreto portato avanti dalla Presidente von der Leyen, i leader presenti hanno concordato di continuare a mantenere uno stretto raccordo anche in vista del Consiglio europeo di giugno.

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