Politica

Meloni dichiara guerra all'Europa. Mes solo dopo le Europee (forse). Esclusivo

Di Alberto Maggi

E se la riforma del Patto di Stabilità non andrà bene all'Italia la ratifica del Mes non avverrà mai

Mes, Meloni dichiara guerra all'Europa. Inside

 

Nonostante il viaggio a Berlino di Giorgia Meloni, con strette di mano e sorrisi con il Cancelliere Olaf Scholz, secondo quanto Affaritaliani.it ha appreso da fonti ai massimi livelli della maggioranza di governo, la presidente del Consiglio non intende dare il via libera (che formalmente spetta al Parlamento) al Mes prima delle elezioni europee del 9 giugno 2024, nonostante l'insistente pressing di tutte le istituzioni europee e di molti stati membri, Germania in testa. La Lega è nettamente contraria, ma anche Fratelli d'Italia ha moltissimi dubbi. E perfino Forza Italia non è convinta al 100% dell'ok al Meccanismo Europeo di Stabilità.

Le parole pronunciate oggi dal vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, organizzato a Roma da Coldiretti e The European House - Ambrosetti, suonano quasi come un avvertimento. 

"Partiamo dal Patto di stabilità poi affrontiamo il Meccanismo europeo di stabilita' (Mes), poi l'Unione bancaria, poi l'armonizzazione fiscale, perche' non possono esserci paradisi fiscali in Europa e non puo' essere lasciata l'unione bancaria a meta'. Affrontiamo il pacchetto nel proprio insieme. Prima risolviamo il Patto di stabilita', poi una per volta le altre cose, compreso il Mes".

Sul Patto di stabilità "stiamo lavorando affinchè sia un Patto di stabilità e crescita. Se ci sono spese che non sono frutto di una scelta di aumento del debito pubblico da parte del governo, ma sono frutto di scelte esterne, devono essere tenute fuori", ha aggiunto l'esponente dell'esecutivo. "Se c'è un impegno universale ad aiutare l'Ucraina, se c'è un impegno per arrivare ad un'economia più verde, credo che per esempio questi due settori debbano essere scorporati dal calcolo del rapporto deficit/Prodotto interno lordo. Per quanto riguarda il Mes, ha concluso Tajani, "l'ho ribadito ieri pomeriggio al cancelliere Scholz e al ministro delle Finanze tedesco: tutti gli aspetti macroeconomici devono essere affrontati insieme, il Mes, l'Unione bancaria e l'armonizzazione fiscale. Tutta la politica macroeconomica e' parte di un comune disegno che dovrebbe essere finalizzato al sostegno della microeconomia, cioe' l'economia reale, industria e agricoltura". 

In tale scenario, Meloni vuole usare per il maggior tempo possibile l'arma del Mes - l'Italia è l'unico Paese Ue a non averlo ancora ratificato - per trattare sulla riforma del Patto di Stabilità. Le ultime bozze, come ha spiegato anche il ministro Giancarlo Giorgetti e la stessa presidente del Consiglio qualche giorno fa a Zagabria, sono "del tutto insufficienti". E quindi, spiegano le fonti di governo, "per ora non se ne parla" di ratificare il Mes. E se il Patto Ue non andasse bene, l'ok al Mes "non ci sarà mai". Meloni tira dritto e spera che dopo le elezioni europee gli equilibri cambino favorendo le trattative Bruxelles-Roma, per ora in salita vista anche la parziale bocciatura della Legge di Bilancio per il 2024.