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Politica
Meloni, i timori delle cancelliere Ue: Bannon, Visegrad e sovranismo

Ecco perché l'Europa teme un possibile governo Meloni

L'allarme di Carlo De Benedetti, con l'intervista di ieri al Corriere della Sera, riecheggia nelle cancelliere europee. "So per certo, dalle mie fonti nel Dipartimento di Stato, che l'amministrazione americana considera orripilante la prospettiva che questa destra vada al governo in Italia", ha detto De Benedetti al Corriere della Sera. America che, quantomeno a livello ufficiale, dice di rispettare la dinamica della politica interna italiana. Ma, come raccontato anche da Affaritaliani nei giorni scorsi, i media statunitensi stanno molto spingendo contro Meloni.

Secondo quanto scrive Repubblica, però, anche l'Unione europea avrebbe diversi timori. A preoccupare sono i passati legami "pericolosi" di Fratelli d'Italia con forze anti europee come il governo di Viktor Orban, la destra radicale spagnola di Vox, o ancora il trumpiano Steve Bannon coinvolto tra le altre cose nello scandalo di Capitol Hill. "Dal selfie con Orban sulle sponde del fiume che ispirò Esiodo, Ovidio e Johann Strauss, al palco di Vox, l’estrema destra spagnola che strizza l’occhio al nostalgismo franchista. In mezzo, l’asse con il pregiudicato Steve Bannon, il “signore nero” colpevole di oltraggio al Congresso e già accolto come una star dai “patrioti” ad Atreju. L’uomo che ha definito Meloni, elogiandola, una «fascista, postfascista»", ricapitola Repubblica.

E ancora: "la saldatura con i primi ministri polacco e ceco, Mateusz Morawiecki e Petr Fiala (intervenuti alla kermesse di Milano), i governanti dei due Paesi del blocco di Visegrad". Repubblica traccia una linea temporale che va dal 2018 a qualche settimana fa. Elencando i punti che creano preoccupazione a Bruxelles. Dal sostegno al muro anti migranti di Orban all'ispitalità offerta a Bannon. Fino alla convinta affermazione secondo la quale il diritto europeo non può sorpassare il diritto italiano, smentendo in sostanza uno dei principi della funzione dell'Ue.

Per quanto riguarda i rapporti con l'America, scrive Repubblica. "Per quanto è vero che Giorgia Meloni, per preparare la corsa verso palazzo Chigi e anche per sfatare il cliché di una destra italiana intrisa di antiamericanismo, ha sapientemente coltivato la sua connection americana ribadendo le posizioni atlantiste e il supporto alla Nato. Ma è pure vero che sul tema, all’interno di FdI, esistono sensibilità diverse. Alcune retaggio di quello che è considerato Dna della destra estrema. Quel «né con gli Usa né con l’Urss» espresso tra il 1970 e il 1982 dai neofascisti eversivi di Terza Posizione", conclude Repubblica.

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