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Mes, è quasi fatta: la conferma arriva da Speranza e Zingaretti. LEGGI

Zingaretti spinge per il Mes, Conte temporeggia ma Speranza si lascia sfuggire l'intenzione del governo di andare in quella direzione

“Credo che oggi il nostro Paese sia pronto al più grande investimento mai fatto sul Servizio sanitario nazionale. Se non ora quando. Occorre mettere insieme tutte le energie che ci sono”, con queste parole il ministro della Salute, Roberto Speranza, non lascia molto spazio a interpretazioni particolari. Tradotto e fatto il paio con ciò che ha dichiarato il segretario Dem Nicola Zingaretti al Sole 24 Ore "Accedere al Mes senza si e senza ma", l'accordo sul meccanismo di stabilità europeo ora è più vicino. 

Il ministro Speranza ha fatto trapelare la novità nel corso di un incontro con il personale sanitario dell’ospedale Maggiore di Bologna in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto della rete hub nazionale di terapia intensiva.    Il ministro ha poi sollevato il tema delle riforme. “Servirà - ha detto - anche una discussione per capire come costruire un nuovo Servizio sanitario” e una questione in agenda sarà legata al rapporto tra ospedale e al territorio, ovvero “come si costruisce una sanità di grandissima qualità con una relazione anche molto forte con il territorio. “La ferita che abbiamo avuto in questi mesi è stata per tutti noi una prova complicata ma oggi lo scatto è trasformare la drammaticità di questa tragedia in una grande opportunità di ripartenza per il Paese e questo vale soprattutto per il nostro Servizio sanitario nazionale”, ha concluso Speranza. 

"Dobbiamo puntare ad avere il miglior sistema sanitario d'Europa e del Mondo, e' un obiettivo credibile e possibile. Per farlo abbiamo bisogno di grandi investimenti. Per questo il Mes e' fondamentale. Fino a 36 miliardi di euro senza condizioni a tassi bassissimi ci permetterebbero di fare un grande salto di qualita'". ha ribadito il segretario Dem Nicola Zingaretti, in un post su Facebook, richiamando un suo intervento sul Sole 24 Ore. "Dobbiamo chiamare le Regioni, scienziati e operatori per lavorare a un piano nazionale di ricostruzione che punti su ospedali, territorio, tecnologie, personale sanitario".