Politica

Migranti e asse con Berlino, perchè Macron non può fare a meno della Meloni

di Vincenzo Caccioppoli

Il pragmatismo e l’attivismo della Meloni in politica estera hanno certamente piacevolmente sorpreso mezza Europa e non solo. L'analisi

Una dimostrazione tangibile di questo nuovo ruolo centrale del nostro paese e del suo peso negoziale, si è avuta sulla riforma del mercato elettrico, nell’ultimo consiglio dei ministri dell’Energia, che si è tenuto due giorni fa a Lussemburgo, la Germania ha cercato l’appoggio dell’Italia in opposizione alla Francia, e lo ha ottenuto, col risultato di schierare Roma al suo fianco isolando Parigi.

D’altra parte la visita di Scholz la settimana scorsa a Roma, poco tempo dopo quella della Meloni a Berlino, rappresenta un chiaro segnale che anche Berlino tiene molto in conto la vicinanza e l’alleanza con la nuova premier italiana. Dopo i rapporti basati sui convenevoli e sulla confidenzialità da parte del compianto Berlusconi, il sostanziale servilismo ed irrilevanza di Letta e Renzi verso le due grandi superpotenze, la sostanziale sudditanza di Conte, e la bonaria amicizia da parte di Draghi con i due grandi, ora sembra arrivato il momento del sano pragmatismo che la Meloni sta adottando sia con la Francia che con la Germania.