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Politica
Migranti, giudice contro il patto con l'Albania. "Ricorsi", altra Apostolico?

Il protocollo prevede il sostegno concreto di Tirana nella gestione di una quota di migranti in arrivo in Italia. Nonché la costruzione in Albania di due centri di accoglienza e trattenimento


La giudice Silvia Albano sembra seguire le orme della collega Iolanda Apostolico. Tanto da prevedere, prima ancora dell’attuazione del nuovo accordo sui migranti siglato dal Premier Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama, “una pioggia di ricorsi sui quali i magistrati dovranno pronunciarsi”. Il protocollo prevede il sostegno concreto di Tirana nella gestione di una quota di migranti in arrivo in Italia. Nonché la costruzione in Albania di due centri di accoglienza e trattenimento, dove saranno dirottati migliaia di migranti sbarcati sulle coste peninsulari. Ma secondo la giudice del tribunale civile di Roma nella sezione specializzata in diritti della persona e immigrazione - membro del comitato direttivo centrale dell'Anm e iscritta alla corrente di Magistratura Democratica -, “se il Parlamento non attuerà una legge di ratifica che definisca le deroghe al quadro normativo nazionale” al momento il protocollo appare come “incompatibile sia con le norme nazionali che quelle del diritto europeo”. Ergo “inapplicabile”. Lo scrive il sito internet www.iltempo.it.

Così come la giudice catanese contestò il decreto Cutro invalidando il trattenimento di diversi migranti in un centro per il rimpatrio, la storia potrebbe ora ripetersi anche per la magistrata Albano. Che, infatti, aveva preso le parti della collega nel putiferio di qualche tempo fa sostenendo la creazione “di una campagna d’odio” contro di lei, ritenendo “vergognoso appigliarsi ai presunti orientamenti politici” di una magistrata nell’esercizio delle sue funzioni.

Ciò che sfugge alla comprensione di Albano, intervistata da La Repubblica, è “il senso di avviare una struttura in Albania con costi importanti, da quelli della costruzione a quelli di trasporto, a quelli relativi al personale che dovrebbe essere lì allocato. Sapendo benissimo che comunque, in ogni caso, i migranti dovranno prima o poi tornare in Italia”. Questo perché “la richiesta d’asilo non può presentarsi fuori da uno Stato dell’Ue”. E l’Albania, come noto, non ne fa parte. Insomma, così come per il caso Apostolico-Decreto Cutro, Meloni si ritrova anche sul patto migranti tra Italia e Albania l’ostacolo della magistratura da sormontare. 

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