Migranti, Renzi: "Serve numero chiuso. Ma ius soli legge sacrosanta" - Affaritaliani.it

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Migranti, Renzi: "Serve numero chiuso. Ma ius soli legge sacrosanta"

L'ex premier a Ore Nove: "Sì a Ius soli ma numero chiuso sull'accoglienza dei migranti. Salviamo tutti ma non possiamo accogliere tutti"

"Chi dice che lo Ius soli rovina l'Italia non si rende conto che è una norma di civiltà, non c'entra con la sicurezza ma dobbiamo anche dire che ci deve essere un numero chiuso di arrivi, non ci dobbiamo sentire in colpa se non possiamo accogliere tutti". Così Matteo Renzi, a 'Ore Nove', sullo scontro in Ue sui migranti. "Nel 2018 si discuterà del bilancio, se altri paesi che si sono impegnati ad accogliere non lo fanno, credo sia giusto che l'Italia dica che non contribuirà a pagare 20 miliardi al bilancio Ue".

Ed è proprio sullo Ius soli che si accende lo scontro tra Pd e Forza Italia. "Il partito democratico sta insistendo con ogni mezzo per far approvare la legge. Ma è sbagliata e gli italiani non la vogliono: non ha nulla a che fare con l'accoglienza". Si legge nell'intervento di Silvio Berlusconi su Facebook. "Noi vogliamo che possa diventare italiano chi si sente davvero italiano, non chi ha superato soltanto qualche passaggio burocratico. Forse il partito democratico spera in questo modo di crearsi un bacino di nuovi elettori. Si parla addirittura di 800 mila persone. Se è così devo dire che è un calcolo miope e anche cinico sulla pelle degli italiani", sottolinea il leader di Forza Italia. "Ma c'è di più: il messaggio che da oggi sia più facile diventare cittadini italiani, probabilmente, susciterà false speranze, illusioni, in Africa. E aumenterà nuovi sbarchi e nuove tragedie del mare".

Da Amburgo, dove interviene al G20, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni viene incalzato dai giornalisti sul tetto agli arrivi teorizzato da Renzi, contrapposto alla Germania che aumenta il proprio impegno sull'accoglienza dei richiedenti asilo ma non apre sui porti. "La scelta tra Renzi e Merkel chiesta a me è un po' esagerata - risponde Gentiloni -. Sono dalla parte italiana. E' normale ragionare sul fatto che non ci sia una capacità illimitata di accoglienza. Anche voci più autorevoli della mia hanno detto che l'accoglienza non può essere illimitata. Bisogna lavorare quindi non per chiudere le porte ma per gestire e contenere i flussi, combattendo i trafficanti. Stiamo ragionando, lo stiamo facendo con grandissima solidarietà che fa fatica a tradursi in fatti concreti". "Noi - aggiunge Gentiloni - abbiamo lavorato molto per internazionalizzare il soccorso, ma l'accoglienza è in un Paese solo. A questa cosa non ci possiamo rassegnare".

A Gentiloni viene chiesto anche della ritorsione paventata da Renzi, rifiutare il contributo italiano al bilancio Ue. Il presidente del Consiglio ha ricordato la procedura d'infrazione aperta dalla Commissione Ue a carico di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, tre dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad che non hanno accolto la loro quota di richiedenti asilo in base all'accordo sottoscritto a Bruxelles nel 2015. "Segno che l'Ue per prima si è resa conto che chi ha preso impegni formali li deve rispettare. C'è un discorso che stiamo facendo da mesi, cioè che l'Europa non può avere una rigidità diversa tra alcune materie, economiche e di bilancio, e le scelte sull'immigrazione. L'Europa ha fatto scelto che noi consideriamo insufficienti sull'immigrazione, ma a queste scelte i Paesi si devono attenere. La posizione dell'Italia è anche la posizione della Commissione europea, tant'è che si è aperta una procedura di infrazione".

Sempre dal G20 di Amburgo, il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, ha ribadito quanto emerso sostanzialmente nel vertice informale dei ministri dell'Interno Ue a Tallin, Estonia. Ovvero, sostegno all'Italia sul progetto di esternalizzare la frontiera Sud della Ue in Libia e nuovi aiuti economici a Roma per la gestione dell'emergenza sbarchi, ma nessuna regionalizzazione nella gestione dell'emergenza, ovvero no agli sbarchi nei porti dei partner. "L'aiuto dell'Europa in ogni dimensione non può significare una maggiore apertura delle porte dell'Europa all'immigrazione illegale - le parole di Tusk -. E' per questo che, qui al G20, chiederemo a tutti i leader di essere spietati nella lotta contro i trafficanti".

Ad Amburgo, la Ue tenterà di ottenere il sostegno degli altri Paesi sulla proposta di adottare sanzioni mirate dell'Onu contro chi lucra sul traffico di esseri umani nel Mediterraneo. A questo proposito, Tusk ha accusato di "cinismo" e "ipocrisia" di alcuni membri del G20 nella lotta a quello sporco business. Tusk ha evidenziato la necessità di adottare misure che colpiscano "il suo modello economico", con sanzioni che vanno dal sequestro dei beni dei trafficanti al divieto di circolazione. Che sono, ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo, "il minimo che possiamo fare a livello globale, ma non abbiamo appoggio nemmeno per questo minimo. Dobbiamo almeno tentare di convincere i nostri partner a essere più seri, meno cinici, contro i trafficanti e i loro sporchi affari".

Le riunioni di oggi saranno, secondo Tusk, "un chiaro test" per testare "la buona o cattiva volontà" nel G20, ma "oggi è molto difficili essere ottimisti". Tusk ha inoltre spiegato come la Ue sia riuscita ad arginare e controllare l'immigrazione irregolare dal Mediterraneo orientale grazie a soci "stabili". Riferimento alla Turchia e ai Paesi balcanici. Nel Mediterraneo centrale non è così perché l'interlocutore è la Libia, la cui instabile situazione politica è il principale "problema".