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Moratti: "Salvini al Viminale? Nulla di strano ma decide Meloni"

L'europarlamentare di Forza Italia ad Affari: "Dazi, uno stimolo a migliorare per l'Europa. Il cuneo fiscale è giustissimo. Sì ad autonomia e premierato. Milano? Inchiodata". L'intervista

di Fabio Massa

Moratti: "Salvini al Viminale? Nulla di strano ma decide Meloni"

Letizia Moratti riceve Affaritaliani.it nel suo studio di Milano, poco prima di andare al Salone del Mobile. Europarlamentare di Forza Italia, già sindaco di Milano, impegnatissima in ruoli centrali nel partito di Tajani, è uno dei perni moderati del capoluogo meneghino. E con Affari parla a tutto campo, da Milano a Trump, dall'Europa alle aspirazioni di Salvini per il Viminali. L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT

La situazione cambia di ora in ora. Borse su, borse giù. C'è qualcosa di certo nella vicenda dei dazi?

Assolutamente sì. L'unica certezza è che questa iniziativa dei dazi da parte di Trump, è uno shock e uno stimolo all'Europa per migliorare.

In che cosa?

L'Europa è stata, soprattutto nell'ultima legislatura europea, molto ideologica. E' stata molto sbilanciata su un green deal che teneva conto solo della sostenibilità ambientale e nel frattempo abbiamo perso due di Pil e un milione di posti di lavoro. L'Europa deve riguadagnare in crescita e competitività. Anche perché se non abbiamo crescita non riusciamo a sostenere il nostro welfare. Soprattutto con un andamento demografico come quello che abbiamo in Europa. Quindi ci sono tanti provvedimenti legislativi europei da correggere.

In che campi?

Tutti i provvedimenti legislativi che riguardano le industrie, quindi dall'industria dell'automotive alle industrie energivore. Ma vanno corretti anche i provvedimenti che riguardano l'efficienza energetica delle case. Io concordo sul fatto che gli obiettivi del green deal siano giusti, ma sono sbagliati i tempi e gli strumenti. Dobbiamo prevedere misure che da un lato proteggano i nostri imprenditori e i nostri agricoltori, senza ovviamente pensare a misure protezionistiche. Ma dobbiamo proteggerle dall'ingresso in Europa di beni e di prodotti che non hanno gli stessi nostri standard sociali e ambientali.

La guerra dei dazi sta rivelando una polarizzazione Stati Uniti-Cina. E' giusto rimanere in campo atlantista o bisogna aprirsi ad altri interlocutori?

I rapporti atlantici sono rapporti importantissimi. Sono rapporti importanti dal punto di vista commerciale, ma sono importanti anche dal punto di vista dei valori occidentali. Io credo che dobbiamo fare di tutto per evitare una guerra dei dazi. E per cercare un dialogo, rimanendo ovviamente pronti a difenderci se la posizione di Trump sarà confermata. Detto questo, noi siamo il quarto esportatore al mondo. L'obiettivo che il governo si è dato, grazie anche al lavoro straordinario che sta facendo il ministro Tajani (che ha la delega al Commercio estero, ndr), è quello di arrivare ad avere a 700 miliardi di esportazioni contro i 600 di inizio legislatura. Per fare questo a mio avviso bisogna aprire più mercati possibili, e non limitarci a uno o due scenari. Lo possiamo fare, visto che la nostra è una manifattura di altissima qualità.

Insomma, atlantisti ma globali.

Esatto, la sintesi è questa.

Parliamo del cuneo fiscale. E' da fare subito?

Il cuneo fiscale è giustissimo. E' corretta l'attenzione ai ceti più fragili, ma bisogna sostenere anche il ceto medio. Perché sostenere il ceto medio significa sostenere chi consuma e quindi attraverso questo è ovvio che si sostiene l'economia.

Parliamo delle due grandi leggi di legislatura: l'autonomia e il premierato.

Forza Italia è stata molto chiara. Siamo per l'autonomia, purché però sia un'autonomia che garantisca la coesione nazionale. Quindi fino a quando non sono stabiliti e finanziati i livelli essenziali di prestazioni non si può procedere: sarebbe una legge che crea uno squilibrio tra Regione e Regione.

E il premierato?

E' una legge che garantisce governabilità, stabilità e sappiamo quanto la la stabilità sia importante sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Parliamo di riforma della giustizia.

Va nella giusta direzione. Poi noi siamo al governo, e siamo maggioranza: dobbiamo sempre essere aperti al dialogo e quindi a un confronto. Io credo che la separazione delle carriere dia più valore al giudice indipendente, e non intacca la terzietà e l'indipendenza della magistratura.

Connesso al tema della giustizia c'è quello delle carceri. La situazione in Italia è drammatica

Purtroppo è così. Noi siamo, se non ricordo male, al cinquantaduesimo posto nelle graduatorie. Abbiamo un indice di sovraffollamento che mi sembra sia di 125. Io ho fatto diverse visite in carcere, sono stata a San Vittore, sono stata al Beccaria, sono stata in carcere ad Aosta, sono stata a un carcere di Torino, sono stata a Genova. Quindi ho visto davvero diverse realtà e purtroppo il sovrappopolamento c'è ovunque. C'è mancanza di personale, anche.  Bisognerebbe sicuramente ricorrere a pene alternative per tutti i reati chiamati minori, collegati alla draga. Anche perché guardi, in carcere di droga ne gira parecchia. I ragazzi si drogano: escono peggio di quando sono entrati.

Propone di potenziare le comunità?

Quando ero ministro, insieme al ministro della giustizia Castelli e al sindaco Albertini avevamo fatto un progetto per le mamme: alloggi protetti per le mamme con bambini, proprio qui a Milano. Potremmo riprenderlo e proiettarlo su tutta Italia. Sarebbe bello e utile.

Cambiamo argomento: che cosa ne pensa di Matteo Salvini al Viminale?

Lui avanza una richiesta che è coerente con la sua storia politica. Non ci vedo nulla di strano. Non mi stupisce, la sua richiesta. Ma si tratta di una decisione  che spetta alla Presidente del Consiglio considerando gli equilibri fra alleati.

Le piace Milano?

Io la amo.

Siamo in due, ma il suo giudizio qual è?

È una città che ha sicuramente beneficiato di un impulso straordinario che è stato dato da Expo. In quella fase a Milano è stato dato un sogno, un obiettivo. E questo sogno si è tradotto in realtà, con risultati più che straordinari.

E ora?

Milano ha delle potenzialità straordinarie, con università di altissimo livello, un mondo culturale ricchissimo, un mondo scientifico di primissima qualità. Ha un tessuto imprenditoriale e di servizi. Ha tutte le possibilità per continuare a essere motore della Lombardia. Ma Milano ora è inchiodata. Ha bisogno di idee e riflessione politica.

Il Salvamilano andrebbe approvato?

Subito.

Esiste un sistema valoriale comune del centrodestra a Milano?

Certo che esiste. Ed esiste il sistema valoriale di Milano: l'operosità, la generosità, la capacità di innovare, l'internazionalità. Questi sono i valori di Milano.

Guardando alle prossime elezioni, lei un pensierino ogni tanto ce lo fa?

No, guardi, sono impegnata in Europa, sono impegnata nella Consulta nazionale di Forza Italia per l'elaborazione della piattaforma programmatica. Sono due impegni decisamente gravosi.

Ha fatto il suo turno di guardia a Milano, dunque.

Sì. Inoltre io in questo momento mi sto occupando di problematiche che secondo me sono fondamentali per il futuro della nostra Europa e della nostra Italia. Tutte le tematiche europee in questo momento sono centrali. Milano la amo e coordino il tavolo Milano di Forza Italia. Ma io sono totalmente assorbita dai miei impegni.

fabio.massa@esclusivasrl.it