Politica

Isis, Latorre (Pd): l'Italia non bombarda. Nella maniera più assoluta



Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, intervistato da Affaritaliani.it, spiega la strategia dell'Italia contro l'Isis dopo l'incontro a Parigi tra Matteo Renzi e Francois Hollande.

Cambierà qualcosa sul fronte dell'impegno militare del nostro Paese contro l'Isis alla luce dell'incontro all'Eliseo tra Matteo Renzi e Francois Hollande?
"No, sostanzialmente no. Mi pare che l'incontro sia stato molto importante e credo che Renzi abbia confermato tutto il nostro impegno nella lotta contro l'Isis, continuando a mantenere le grandi responsabilità che abbiamo. Poi i dettagli di ulteriori supporti alla Francia si valuteranno. Vedremo, non conosco i dettagli di questo colloquio, la cosa fondamentale è che Renzi ha delineato una strategia politica di grande respiro che diventa il quadro dentro il quale si muove l'Italia, in riferimento anche alla necessità di tenere da conto dell'importanza di prestare attenzione a quello che sta accadendo in Libia e a quello che sta succedendo in Tunisia. L'obiettivo è mettere ordine in Libia e rafforzare la Tunisia ed è importante che Hollande abbia riconosciuto questa esigenza".

Quindi non ci saranno bombardamenti degli aerei italiani né in Iraq né in Siria, giusto?
"Non mi pare che questo tema fosse all'ordine del giorno, nella maniera più assoluta. Oggi il tema all'ordine del giorno era condividere una strategia politica e verificare le ulteriori esigenze della Francia, che probabilmente saranno quelle di mettere a disposizione ulteriori risorse".

Quindi supporto logistico...
"Il merito dell'incontro non è noto. Certamente non c'è da parte francese la richiesta all'Italia di bombardare. Non mi pare che ci siano richieste di questo tipo, del resto non è stata fatta questa richiesta nemmeno alla Germania".

Qualcuno dice che l'Italia non vuole bombardare perché c'è il Giubileo a Roma e così vuole evitare ulteriori rischi. E' vero?
"L'Italia ha questa posizione perché è convinta che soltanto con una seria strategia politica si può avere un'idea su come sconfiggere, anche militarmente, l'Isis. Il Giubileo non c'entra niente".

Come si può evitare che Russia e Francia si 'pestino i piedi' in Siria?
"L'auspicio è che si coordino anche le azioni militari, questo mi pare evidente. Spero che su questo si abbia un momento di coordinamento tra i paesi che sono impegnati in quella zona".

Ma non è stato un errore l'abbattimento del jet russo da parte della Turchia?
"Credo che sia sbagliato alimentare uno scontro e un conflitto tra Russia e Turchia, il problema è cercare di far valere la ragione comune di sconfiggere l'Isis, sia sul piano di un'adeguata strategia politica sia sul piano di un'adeguata strategia militare. Questa è l'unica cosa vera e quindi vanno evitati sia i toni sia le azioni che possono compromettere questa necessità. Naturalmente ben sapendo che la situazione è complessa".

Come risponde alle polemiche in merito alle armi che l'Italia starebbe vendendo a paesi come l'Arabia Saudita?
"Penso che sia una polemica più funzionale alla politica interna che a reali esigenze".

Quindi l'Italia non sta vendendo armi...
"A me non risulta, nella maniera più assoluta. A me risulta, anzi, che il nostro Paese nel mondo occidentale è il più rigoroso e ha le maglie più strette per quanto riguarda le relazioni sui temi dell'industria militare".