Politica

Open, s'indaga sui finanziamenti Moby. E Renzi in Senato salta 2 sedute su 3

L’accordo alla fine non si è concluso: prevedeva una quota sugli investimenti e sui ricavi portati dalla Digistart, poi chiusa

Pagina 2 e pagina 3 de Il Fatto Quotidiano sono dedicate, come spesso capita, a Matteo Renzi o a vicende che in qualche modo lo lambiscono. Si inizia con la vicenda delle indagini sui presunti finanziamenti illeciti a Open, la fondazione nata per sostenere le iniziative politiche dell'ex premier e leader di Italia Viva. In paticolare, si scrive che si sono concentrate anche sulle donazioni effettuate dall'imprenditore Vincenzo Onorato e dalla compagnia marittima Moby spa, le indagini sui presunti finanziamenti illeciti. Né Onorato ne' i vertici della compagnia marittima risultano indagati ma secondo quanto ipotizzato in un'informativa della finanza finita agli atti dell'inchiesta chiusa di recente dalla procura di Firenze, le contribuzioni erogate tra novembre 2015 e luglio 2016 alla fondazione sia da Onorato che dalla spa di cui era presidente, per un totale di 300.000 euro, sarebbero state finalizzate a consolidare rapporti con alcuni esponenti politici del Pd, tra cui l'onorevole Luca Lotti, ritenuti potenzialmente utili agli interessi del gruppo.

Renzi, quante assenze dal Senato: salta due sedute su tre

A pagina 3 si racconta invece delle assenze di Renzi dalle sedute dal Senato, partendo da quanto accaduto nei giorni scorsi col viaggio in Arabia Saudita durante il voto sul Ddl Zan. Secondo il Fatto, il leader di Italia Viva è tra i meno presenti ai lavori d’aula, potendo vantare solo il 39 per cento di partecipazioni ai voti (la fonte è Open Parlamento). Il resto, più di 6 sedute su 10, sono missioni (20 per cento) o assenze ingiustificate (41 per cento), vuoi per conferenze in giro per il mondo, mee - ting internazionali o persino presentazioni dei suoi libri.