Politica
Orlando, dalla non laurea a Predappio: chi è l'ex ministro della Giustizia
Ex ministro della Giustizia nei governi Renzi e Gentiloni, e del Lavoro in quello Draghi: ritratto di Orlando
Governo, chi è l'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando
L’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando mostra una legge fondamentale per capire l’Italia e perché il centro – destra abbia voluto reintrodurre il concetto di “merito” addirittura nella denominazione di un ministero chiave, quello dell’Istruzione: più si è ignoranti più si fa carriera. L’ex Ministro, rigorosamente non laureato, è stato Ministro della Giustizia, cioè Guardasigilli, un compito delicatissimo per cui è necessaria una conoscenza almeno dei fondamenti della giurisprudenza, ma anche del buon senso.
E dire che l’asinello aveva cominciato bene il Tweet a cui poi si è impiccato. Diceva che il decreto legge voluto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha delle pene spropositate –da tre a sei anni e con multe fino ai 10.000 €- e poi la solita litania del “potrebbe non valere solo per i rave” e infine, naturalmente, tira fuori il raduno di Predappio dei nostalgici il giorno della ricorrenza della Marcia su Roma di Benito Mussolini e fino a questo punto diciamo che sebbene l’italiano lasci molto a desiderare rientriamo nella diversità di vedute e nella libertà di opinione che può opinare o meno.
Ma il finale contiene dei fuochi di artificio che hanno scatenato l’ilarità ma anche la giusta indignazione della Rete. Infatti scrive Orlando: "Se organizzi il raduno su un fondo tuo pur essendo contro la pubblica incolumità, ordine pubblico etc etc, il reato non è applicabile".
Ma come? Hai fatto il ministro della Giustizia e non sai che non si “applica” un reato ma la sua “fattispecie” e comunque nel caso si “commette”? Le risposte più gentili sono del tipo: "Il reato non è applicabile... ma hai studiato legge negli ovetti Kinder?" e queste critiche vengono specialmente da studenti del primo anno di Legge che si sono fatti grasse risate ridicolizzando il ministro Asino.
Contestato anche il concetto di “privato” perché la norma varata non limita certo feste e raduni privati, ma unicamente l’occupazione di uno spazio privato. Il punto è che il rave di Modena è stato organizzato sì su un suolo privato ma senza il consenso del proprietario! Un piccolo punto che allo stordito politico è sfuggito completamente.
La norma varata non impedisce certo i rave sul proprio terreno, naturalmente una volta rispettata tutta la normativa prevista. Dunque Orlando neppure si è preso la briga di capire bene come si siano svolte le dinamiche dei fatti. Semplicemente non ha seguito studiato, altrimenti non avrebbe scritto simili sfondoni.
E torniamo allora al “merito”. È proprio gente come Orlando che dimostra che una scuola scadente, includente e tollerante nel senso di far passare tutti, quindi una scuola della quantità rispetto ad una scuola della qualità, è perdente. Lo è in primis per il singolo ma lo è –cosa ancor più grave- per tutto il sistema Paese che si ritrova spesso emeriti asini ai vertici delle istituzioni pubbliche. La scuola deve informare e non formare come da anni invece pensa la sinistra.
Quando ci furono i fatti di Chernobyl vennero fuori una serie di fisici che dissero sproloqui strumentali pur di sostenere le loro tesi ecologiste utilizzate poi al solo fini di fare carriera politica e universitaria. E fu significativo che Edoardo Amaldi, uno dei più grandi fisici italiani, ebbe a dire che si trattava di gente ignorante che aveva fatto carriera nell’Università unicamente grazie al “18 politico” che andava così di moda negli anni della contestazione.
Poi, anche dal punto di vista personale, una finta scuola non competitiva non aiuta certo il singolo che poi si trova invece a competere volente o nolente in una società darwiniana che non ne vuole sapere nulla di buonismo. Perché poi chi lavora, se non sa fare le cose, non può rifugiarsi nel fatto che non bisogna essere competitivi. Chi prenderebbe una collaboratrice domestica tanto buona e tanto cara che però ti spacca tutto e vede la Tv mentre lavora per non “stressarsi”? E bisogna ringraziare Orlando che ci ha mostrato plasticamente quali sono le conseguenze nefaste dell’ignoranza.