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Politica
Pagliaro (FI): "Con Autonomie e sano Federalismo risparmio immediato su spesa"
In questo periodo in cui si parla molto del tema delle autonomie e le regioni Veneto e Lombardia sembrano vicine ad ottenere ciò che hanno chiesto, abbiamo intervistato Paolo Pagliaro di Forza Italia, autonomista da sempre, che ha già redatto un disegno di legge che, “federalismo” alla mano, potrebbe rappresentare una svolta importante per le sorti politiche del Paese.
 
È iniziato il conto alla rovescia per Veneto e Lombardia, secondo Erika Stefani, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, nel giro di un mese, quindi entro la fine di ottobre, si troverà l’intesa e poi l’approvazione della legge dipenderà dai tempi parlamentari. Cosa ne pensa?
 
«Penso che non sia giusto parlare di autonomia per due sole regioni; sono un autonomista da sempre e sono fortemente convinto che l’Italia per diventare un paese moderno debba per forza essere rivista geograficamente. Abbiamo bisogno di una rivoluzione liberale che parta esclusivamente dall’autonomia di tutti i territori».
 
Non pensa però che potrebbe essere un buon punto di partenza l’autonomia delle due regioni in questione?
 
«Di positivo c’è soltanto che chi parli e che si muova qualcosa intorno all’argomento. Voglio però ricordare a tutti che la Lombardia ha 10 milioni di abitanti e potrebbe essere il quarto stato d’Europa, avrà anche più autonomia mentre ci sono regioni troppo piccole che sono schiacciate dal peso di una politica troppo lontana dalle loro vere esigenze. Ecco perché bisognerebbe rimettere in ordine tutti i territori e ripartire creando regioni omogenee delle stesse dimensioni e tutte con la propria autonomia, basandosi sul modello di federalismo liberale applicato in Svizzera di Carlo Cattaneo».
 
Il sud come potrebbe giovarne della realizzazione del suo progetto, del riordino territoriale, lei pensa veramente che potrebbe rappresentare la soluzione a tutti i problemi?
 
«Certamente sì, mi sembra riduttivo però parlare solo di sud così com’è anomalo quello che sta accadendo alle due regioni che abbiamo già citato; la battaglia non deve essere nord e sud, centro contro nord e sud, e il tutti contro tutti, la battaglia deve essere trasversale perché la soluzione per rimettere in piedi il paese c’è: e con il federalismo liberale e fiscale, evitando inoltre la maggior parte degli sprechi e dei costi della politica, potremmo rimetterci in cammino. Tanti territori che intorno alla propria identità rafforzino il concetto di Stato. Il sud che ora è la periferia d’Italia ne gioverebbe perché avrebbe le proprie cabine di regia, territorio per territorio, e diventerebbe il vero protagonista del proprio futuro».
 
Se potesse dare un consiglio al vicepremier Salvini e al ministro Stefani sulle autonomie cosa direbbe?
 
«Certamente consiglierei di fermarsi un attimo e di leggere attentamente il mio disegno di legge sul riordino territoriale, redatto insieme alla Società Geografica Italiana, che è già stato presentato anche dalla Meloni e da Cirielli di Fratelli d’Italia, e poi discuterne tutti insieme, e ripeto, in modo trasversale per il bene dell’Italia».
 
Quali sarebbero i vantaggi per il Paese a parte la possibilità di crescita di cui ci parla per ogni singolo territorio?
 
«Vantaggi immediati perché elimineremmo tutti gli sprechi e godremmo subito di un risparmio enorme sulla spesa pubblica, dovuto alla cancellazione di un livello istituzionale che non serve a nulla, cancellazione reale delle provincie, ponendo fine al malinteso creato dalla scriteriata scelta di Delrio, e poi via anche le città metropolitane, al massimo due Roma e Milano, niente più regioni a statuto speciale oramai anacronistiche e cancellazione di tutti gli enti inutili società partecipate, comunità montane, aree vaste, aro, ato, gal, etc, che dissanguano economicamente il Paese. Solo 31 nuove regioni omogenee, identitarie, snelle e virtuose che mettendo a frutto le esperienze degli ultimi cinquant’anni potrebbero ridare slancio ai territori e all’intero Paese. Ci vuole solo la buona volontà e il coraggio per attuare la riforma più importante che poi sarebbe in linea con tutti i proclami di questo Governo che parla sempre di risparmio della spesa pubblica come punto di partenza. La soluzione c’è».
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