Palazzi & potere
Bcc, Mattarella firma il decreto
Nessuna modifica: resta la "way out" per le banche con più di 200 milioni di riserve
Il presidente della Repubblica ha controfirmato il decreto varato mercoledì dal governo che contiene le misure per ridurre le sofferenze bancarie e, soprattutto, le norme sulle banche di credito cooperativo, che hanno creato problemi all' interno del governo e sollevato tante polemiche. Il testo definitivo, pubblicato ieri sera sulla Gazzetta ufficiale ed in vigore da oggi, non contiene modifiche sostanziali rispetto a quando deciso dal consiglio dei ministri. E questo vale anche per l' articolo più contestato, quella che consente alle Bcc con più di 200 milioni di riserve di non aderire alla holding unica versando all' Erario un 20% delle riserve.
L' ok del Quirinale Mattarella, secondo quello che risulta, ha apposto la sua firma dopo aver constatato che il decreto non presenza elementi macroscopici di incostituzionalità, senza giudicare il merito. In altre parole, scrive paolo baroni sulla stampa, il via libera del Quirinale non autorizza nessuno a sostenere che Mattarella abbia sottoscritto anche i vari aspetti normativi dei singoli provvedimenti ed in particolare il cosiddetto meccanismo di «way out». Da subito, invece, Confcooperative ha contestato questa misura accusando il governo di «aver tradito le intese» assestando un «colpo mortale» alle cooperative consentendo di intaccare le riserve indivisibili e violando nei fatti l' articolo 45 della Costituzione. Dubbi più o meno simili a quelli espressi in consiglio dei ministri da Galletti, Alfano e Delrio e che avrebbero portato ad approvare i testi «salvo intese». Palazzo Chigi, nonostante ciò, ha deciso di tirare dritto. Questo però non esclude che qualche modifica, come l' abbassamento delle soglia dei 200 milioni, possa essere introdotta in Parlamento.