Palazzi & potere

Caselli a Renzi: strumentalizzare i suicidi è una scusa per fottere i Pm

C'è chi fa un uso improprio di morti e tragedie, afferma il noto magistrato

'Ricordo un colloquio, registrato in un'inchiesta, tra un imprenditore imputato e il giornalista Paolo Liguori (non indagato): il suicidio, si diceva nella conversazione, era una fortuna, 'un'occasione irripetibile per fottere' i pm di Palermo'.


"Il punto non sono i familiari delle vittime. Purtroppo la storia della giurisprudenza italiana e' costellata di casi in cui si e' fatto un uso improprio dei suicidi". Lo dichiara al Fatto Quotidiano, l'ex procuratore di Torino Gian Carlo Caselli. Alla domanda se pensa che questo sia avvenuto anche invitando al Lingotto Tommaso Nugnes, figlio di Giorgio, assessore napoletano che si suicido' dopo essere stato toccato da un'inchiesta, Caselli replica: "Non parlo di casi che non conosco. Preferisco raccontare la mia esperienza: nel '94, quando ero procuratore di Palermo, si tolse la vita il maresciallo dei Carabinieri Antonino Lombardo. In quei giorni ci fu chi disse addirittura che Lombardo si era ucciso perche' non volevamo lasciarlo andare in America a interrogare Gaetano Badalamenti. Perche', si disse - continua -, il boss doveva dire cose che avrebbero scagionato Giulio Andreotti. Ovviamente era falso. Badalamenti era un boss disposto a tutto per conseguire i suoi scopi criminali, fra i quali non rientrava dire la verita'. Ma la tragedia fu strumentalizzata per gettare fango sul processo". Quindi Caselli parla del caso di Luigi Lombardini:"Lombardini si era occupato indebitamente del sequestro di Silvia Melis. E per alcuni comportamenti era stato denunciato dai suoi colleghi di Cagliari. Per competenza ce ne occupavamo noi di Palermo, lo interrogammo. Poi Lombardini corse in ufficio e si sparo'. Una vicenda che ancora oggi ci addolora. Fummo accusati di ogni nefandezza, ma avevamo conservato il nastro di quel colloquio e fu possibile chiarire tutto. Eppure - fa sapere - ricordo un colloquio, registrato in un'inchiesta, tra un imprenditore imputato e il giornalista Paolo Liguori (non indagato): il suicidio, si diceva nella conversazione, era una fortuna, 'un'occasione irripetibile per fottere' i pm di Palermo.