Palazzi & potere
CENTROSINISTRA: PRODI DETTA LA LINEA E RENZI MASTICA AMARO

Finora l'attivismo di Prodi non ha impresso alla dialettica tra Pd e sinistra la svolta che alcuni fan dell'Ulivo, vecchia o nuova versione, vorrebbero presto vedere.
Mentre Renzi si limita ad assecondare la possibile ripresa di dialogo con Pisapia, marcando però le distanze da Bersani e D'Alema, sull'altro fronte si conferma la linea della competizione con il gruppo dirigente del Nazareno.
Per questo, in mancanza di segnali di apertura, il Professore tende a mantenersi in un limbo di saggezza e rimprovero, temendo che le divisioni possano agevolare una destra tutt'altro che morta.
Tuttavia, l'apparente equidistanza di Prodi gioca decisamente a svantaggio di Renzi.
Infatti, se Pisapia fosse in grado di rimarcare l'autonomia dai fuoriusciti dal Pd, enfatizzando il suo profilo di nuovo federatore del centrosinistra, si troverebbe a condividere la prospettiva auspicata dal fondatore dell'Ulivo.
Renzi invece, qualora volesse ottenere il plauso degli ulivisti, dovrebbe rinunciare alla costruzione del suo disegno "à la Macron", con l'obiettivo duplice di assorbire nel Pd frange più radicali e più moderate di elettorato.
Non è la scelta di Prodi, poco incline a dare credito, per sensibilità e formazione, all'originale è sorprendente fenomeno transalpino. Quindi, l'appello a "stare uniti" suona come una mobilitazione in chiave anti-renziana o più semplicemente post-renziana.
Ai piani alti del Nazareno questa preoccupazione si fa ognir giorno che passa più viva e concreta: di fatto, senza per ora generare afflati di solidarietà, la semplice evocazione dell'unità paralizza l'azione dell'ex presidente del consiglio. Il quale è costretto a sperare che Prodi riesca a separare Pisapia dai Democratici progressisti, così da rendere l'Ulivo più renziano e meno "old style". Forse, chissà... Intanto il Professore detta la linea e Renzi mastica amaro.