Cl boccia Renzi e destra, vuole solo le larghe intese
«Non vogliamo un uomo solo al comando», ha ripetuto in questi giorni quasi fosse un mantra Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà e a lungo guida della Compagnia delle Opere, scrive Repubblica.
Il messaggio della leadership di Comunione e liberazione, che ha chiuso ieri il tradizionale Meeting di Rimini, è chiaro: dopo il tempo degli endorsement più o meno espliciti a Berlusconi, complice la posizione appiattita sul Cavaliere della Cei di Ruini, dopo il tentativo abortito in poco tempo di trovare la giusta empatia con Renzi, ecco l' aprirsi di una terza via. La scelta di una linea più istituzionale che vede oggi in Gentiloni, applauditissimo al Meeting, e in Mattarella approdi naturali a cui fare riferimento senza sporcarsi le mani in precise indicazioni di voto.
Così, fra gli stand, la maggioranza dichiara di voler votare solo chi darà garanzie sui nuovi princìpi oggi ritenuti inderogabili: lavoro, equità, giustizia sociale. E su chi dimostrerà l' intenzione di dialogare, senza dividere. Non sembrano esserci spazi, insomma, per i 5 Stelle e nemmeno per la Lega, a meno che Salvini non scelga una via istituzionale come quella del suo competitor interno Maroni, quest' ultimo non a caso presente a Rimini.