Palazzi & potere
Consip, Vannoni ritratta e salva Lotti. Tutta colpa di ansia e guai idraulici
Le tubature scoppiate nel centro di Firenze l'avevano messo sotto pressione. E allora si lasciò andare alle rivelazioni sul ministro dello Sport, Luca Lotti, per le presunte rivelazioni sulle indagini Consip. Dal verbale d' interrogatorio di Filippo Vannoni, presidente di Publiacqua, società partecipata del Comune di Firenze, nominato da Matteo Renzi nel 2015 consigliere economico di Palazzo Chigi, salta fuori il sonoro stridore delle unghie con cui, aggrappato sugli specchi, ha cercato di barcamenarsi con la trimurti giudiziaria che veglia sull' inchiesta Consip (il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, l' aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi), scrive la Verità.
Vannoni ammette di aver svelato all' amico di Consip che aveva i telefoni sotto controllo, ma premette di averglielo detto per toglierselo di torno. «Era avvolgente» e «caramelloso», dice Vannoni. E per questo, nonostante lo stimasse professionalmente, decise, stando alla nuova versione, di dirgli che aveva i telefoni sotto controllo. Una versione che ai magistrati romani è sembrata subito una pezza a colori.
Di fronte alle insistenze su chi gli avesse detto dell' inchiesta Consip, continua ancora la Veritò, Vannoni tira fuori il ministro: «Per levarmi dalla situazione ho fatto il nome dell' onorevole Lotti, perché era l' unica persona che conoscevo tra quelli che, secondo quanto mi veniva detto, erano stati fatti da Marroni». Il racconto continua con la descrizione del viaggio di andata verso Napoli, dove in treno ha incontrato, per caso, Lotti.