Corruzione, Comuni in ritardo... - Affaritaliani.it

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Corruzione, Comuni in ritardo...

Corruzione, Comuni in ritardo. Un ente pubblico su tre non ha presentato piani di prevenzione (altro che "Italia che cambia")

Come una goccia che scava la roccia, l' operazione trasparenza contro la corruzione avanza. In modo impercettibile, ma continuo. Eppure, ancora troppo lentamente, tra promesse mancate e ritardi conclamati. Perché da un lato la cronaca parla quotidianamente di tangenti e illegalità, dall' altro le istituzioni si muovono senza incidere come dovrebbero. Solo ieri, per intendersi, tre fatti diversi hanno confermato la pervasività del fenomeno: ad Alcamo, Comune del Trapanese, esisteva «un vero e proprio comitato di affari» che influiva sulla gestione di appalti e sui bandi pubblici (32 persone coinvolte per reati che vanno dall' associazione per delinquere alla corruzione aggravata alla bancarotta fraudolenta); nelle stesse ore, ad Alessandria, due ispettori della Guardia di Finanza venivano arrestati con l' accusa di aver ricevuto denaro contante da parte di alcune aziende della provincia, mentre a Bari altri due imprenditori coinvolti nell' indagine sul teatro Petruzzelli per presunti appalti truccati hanno ammesso di aver pagato mazzette all' ex direttore amministrativo.
Il problema della corruzione «nel contesto attuale italiano è ancora più rilevante e urgente che per altri Paesi» ha sottolineato ieri il governatore della Banca d' Italia, Ignazio Visco. L' impegno della burocrazia dello Stato è crescente, ma ancora non sufficiente scrive il quotidiano dei vescovi l'avvenire. Secondo il documento di consultazione sul Piano nazionale anticorruzione, pubblicato sul sito dell' Autorità guidata da Raffaele Cantone, un ente pubblico su tre non ha ancora adottato un piano ad hoc per prevenire fenomeni di illegalità. Si tratta del 31,8% di soggetti facenti parte di un campione ristretto di 198 amministrazioni pubbliche; la percentuale addirittura si alza se si prendono in considerazione i Comuni non metropolitani, con il 53,8% di sindaci inadempienti.
Il documento si sofferma tra l' altro sul settore sanità, al centro di diversi scandali per via degli intrecci tra politica e aziende, segnalando che tra le amministrazioni prese in considerazione, «una bassa percentuale di Asl e Policlinici universitari hanno censito alcuni dei processi tipici delle amministrazioni del comparto ». Inoltre, anche con riferimento alle misure specifiche suggerite, «i livelli di adempimento sono sempre tendenzialmente bassi (comunque sempre inferiori al 40%)».