De Mita le "canta" a Renzi: non sei la luce
L'ex premier, più volte ministro e attuale sindaco di Nusco gli dà del "tu" e si appropria spesso e volentieri di tempi e spazi perchè "mica sono del Pd dove parla solo lui!". E rincara: "sei patetico", "irrecuperabile", "hai una tale consapevolezza di te che non vedi limiti alla tua arroganza". L'attuale premier lo chiama "presidente" ma non gli risparmia la critica di essere da una vita su una "poltrona". Fatica molto di più, però, a difendere la riforma costituzionale - su cui il 4 dicembre si terrà il referendum - che nel confronto con il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Scene dal dibattito televisivo, ieri sera su La7, tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sindaco Ciriaco De Mita. "Che tu occupi la Presidenza del Consiglio, è fuori discussione. Tu sei in ogni posto e in ogni luogo" ironizza De Mita a Matteo Renzi che risponde: "Questa lettura teologica non me l'aspettavo". Ma dopo un'ora di fair play arrivano i colpi bassi. E il match televisivo si infiamma. Quando Renzi accusa De Mita di "aver cambiato partito nel 2008" dopo aver perso il seggio l'ex presidente del Consiglio sbotta: "Questa è una volgarità che non mi aspettavo e soprattutto se detta da chi in politica le ha inventate tutte. Tu non hai il diritto di parlare di moralità in politica, tu fai una gestione autoritaria. Hai fatto un partito dove parli da solo e le tue relazioni in direzione andrebbero scritte per vedere a che punto è arrivata la politica". Non basta, arriva la sconfessione del vecchio leader democristiano. "Io sono nato e muoio Democratico cristiano. Tu non so cosa sei nato" sottolinea De Mita mentre Renzi prova a difendersi: "Io ero un bambino che pensava alla politica". "Io contesto che con te sia venuta la luce" attacca senza troppi indugi De Mita che ha aperto la serata citando, con il suo "ragionamento", Napoleone secondo il quale le leggi devono essere "brevi e oscure". La riforma costituzionale del governo Renzi, invece, secondo il sindaco di Nusco, "è frettolosa", scritta male e con "periodi lunghissimi". Non mancano le stoccate. "Il presente si legge meglio se si conosce la storia, il rischio per i rivoluzionari è di vedere solo il presente. Io come i fiorentini sono attento alle sfumature..." avverte l'ex premier quando il confronto, parlando del decennio tra il 1980 e il 1990, si fa di nuovo più teso. "Non ho una lettura catastrofica di quel decennio, peraltro - osserva - fino agli anni Ottanta il paese è cresciuto, dopo no e non mi pare sia cresciuto negli ultimi tre anni...".