Palazzi & potere
Economia e Finanza: "Faro" acceso sulla crescente presenza francese in Italia

Economia e Finanza: "Faro" acceso sulla crescente presenza francese in Italia
Per il Capo dello Stato, rivela Italia Oggi in un informatissimo retroscena, non sono giornate facili: ce la sta mettendo tutta per ricondurre il paese ad un dialogo istituzionale più costruttivo ma le forze politiche sembrano non volerlo ascoltare. Sono due le direttrici sulle quali si sta muovendo il Quirinale: il dialogo tra maggioranza e opposizione con l'invito a mettersi alle spalle “partigianerie, protagonismi, egoismi, per unire gli sforzi, di tutti e di ciascuno, quale che sia il suo ruolo e quali siano le sue convinzioni” e i rapporti tra governo e regioni, anche questi minati da troppe asperità politiche. Insomma, il paese non è ancora in sicurezza e l'emergenza Covid continua a preoccupare il Colle. Altra fonte di preoccupazione per il paese, continua Italia Oggi, è rappresentata dall'ultima relazione del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Sono molte le domande che si pone la politica: come mai per la vendita di Borsa Spa si è preferito trattare in via esclusiva con i francesi quando altri offrivano soluzioni più vantaggiose? E perchè questa crescente presenza di operatori economici e finanziari di origine francese nel nostro tessuto economico, bancario, assicurativo e finanziario con il rischio che tutto ciò possa determinare strategie, azioni e atteggiamenti non in linea con le esigenze economiche nazionali? Insomma, il rischio è che l'Italia finisca col cedere parte della sua sovranità economica (e quindi politica) in mani straniere. Il Copasir ha spiegato che "in questo quadro desta preoccupazione la strategia di UniCredit, che, mediante possibili operazioni di fusione con soggetti esteri (tra i quali Commerzbank, ovvero le francesi Cre'dit Agricole e Socie'te' Ge'ne'rale), sembrerebbe voler costituire una sub-holding, in cui confluirebbero anche le risorse acquisite tramite la raccolta di risparmio in Italia". E invita a non sottovalutare l'operazione che riguarda Mps: "Tra i possibili acquirenti, figura proprio UniCredit, la cui policy, come si e' detto, desta perplessita' sotto il profilo del perseguimento degli interessi nazionali. Anche altre operazioni, sempre connesse all'attivismo del partner francese, a parere del Comitato, devono essere monitorate con attenzione. In particolare - si scrive ancora nella relazione - l'aumento di capitale di Delfin in Mediobanca potrebbe modificarne l'assetto societario, con conseguenze per il nostro principale istituto di assicurazioni, Generali, che, come e' noto, detiene un considerevole pacchetto di titoli di Stato". Insomma, c'è qualcuno che vuol favorire interessi francesi in Italia? La domanda non appare affatto oziosa visto che investe direttamente il tema della sovranità del paese. Per molti, infatti, questa discesa dei francesi in Italia non sarebbe affatto casuale ma il risultato delle trattative politiche dei mesi scorsi in seno all'Europa: l'Italia, per ottenere l'appoggio dell'Eliseo sul Recovery fund e sulle altre questioni europee potrebbe essersi impegnata a cedere asset strategici all'economia transalpina. Insomma, l'appoggio francese non sarebbe stato gratuito ma condizionato alla possibilità di poter mettere le mani sui "gioielli di famiglia" italiani. D'altra parte, storicamente la mancanza di trasparenza in Europa la fa da padrone e spesso, al di là di ciò che appare nelle trattative ufficiali, tutto si riduce al classico "do ut des".