Palazzi & potere
Elezioni 2018: Grasso è un flop e Liberi e Uguali non va oltre il 6%

Elezioni 2018: LeU, la lista anti-renziana non sfonda
Liberi tutti, più che Liberi e Uguali? Non è una battuta. Piuttosto il drammatico interrogativo che aleggia marxianamente per le stanze dell' italica sinistra anti-renziana impegnata in questi giorni a chiudere le liste per le Politiche. Liberi tutti dopo il 4 marzo?
Ecco per intero il dubbio materializzatosi dopo che Massimo D' Alema è tornato a parlare di governo del presidente. A quel punto il fantasma delle larghe intese è diventato qualcosa di palpabile e ha accentuato le divisioni interne della lista nata da Mdp, Sinistra italiana e Possibile più la "società civile" del candidato premier Pietro Grasso, presidente del Senato, scrive il Fatto.
"Perché enfatizzate sempre tutto quello che dice D' Alema?", obiettano autorevoli Liberi e Uguali che però su un punto hanno ragione: "Come si fa ad anticipare qualcosa senza sapere quando prendiamo?". Giusto. Ed è proprio per questo che allora dentro LeU è stata tracciata una linea di confine. Sotto il sei per cento Liberi tutti, appunto, più che Uguali. E ognuno a seguire il proprio destino. Chi a fare un governo del Presidente, magari con un Pd derenzizzato guidato da Nicola Zingaretti (anche questo ha pesato nella scelta di appoggiare il Pd nel Lazio e no in Lombardia). E chi invece a sistemarsi tra i banchi di un' opposizione.