FACT CHECKING, Pil: Italia resta ultima in Europa. Ecco perché - Affaritaliani.it

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FACT CHECKING, Pil: Italia resta ultima in Europa. Ecco perché

Commentando la recente decisione del Fondo Monetario Internazionale di rivedere al rialzo (da +0,7% a +1,3%) la stima di crescita del Pil italiano per il 2017, Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, lo scorso 13 giugno ha dichiarato: "Anche dopo la pubblicazione del Fondo, l'Italia rimane il fanalino di coda tra i Paesi europei, alle ultime posizioni per crescita e occupazione. Basti ricordare che gli altri Paesi Ue cresceranno mediamente ad un tasso superiore al 2%, ovvero al doppio del ritmo italiano".

Non possiamo fare un confronto basandoci solo su dati del Fmi, scrive Pagella politica per Agi, in quanto al recente aggiornamento per l'Italia non e' corrisposto un contemporaneo aggiornamento per tutti gli altri Paesi europei.

Ci affidiamo dunque alle previsioni di Eurostat della scorsa primavera per la comparazione. Usciamo dalla umiliante situazione - resa plasticamente dal grafico della Commissione europea, in cui eravamo i soli ad essere contrassegnati in verde scuro - di essere l'unico Paese dell'Ue il cui Pil era previsto crescere meno dell'1%. Ma con l'1,3% di crescita del Pil rispetto all'anno precedente, restiamo ultimi alla pari con la Finlandia. Dunque Brunetta sul punto ha ragione. Ci avviciniamo tuttavia sensibilmente agli altri grandi Paesi Ue: la Francia infatti dovrebbe crescere nel 2017 dell'1,4%, la Germania dell'1,6% e il Regno Unito dell'1,8%.

Anche per quanto riguarda la situazione occupazionale, Brunetta ha ragione. L'Italia, continua Pagella Politica, secondo le piu' recenti stime di Eurostat pubblicate lo scorso maggio ma relative al mese di marzo 2017, con l'11,7% di tasso di disoccupazione occupa la quartultima posizione in Europa, davanti a Cipro (12,5%), Spagna (18,2%) e Grecia (23,5%). Dei grandi Paesi Ue solo la Francia e' in una situazione simile alla nostra, con il 10,1% di disoccupazione, al di sopra della media europea che si ferma all'8% (l'area euro al 9,5%).

Brunetta esagera un po' ma ha sostanzialmente ragione: per quanto incoraggiante, la decisione del Fondo Monetario Internazionale non toglie l'Italia dal fondo delle classifiche europee.