Palazzi & potere
Governo, task force Colao: malumori in corso. Ecco perché Conte ha un problema

Governo, task force Colao: malumori in corso. Ecco perché Conte ha un problema
Task force, che succede? Come già anticipato nei giorni scorsi da Affaritaliani e come ripreso stamattina dai "giornaloni" non tutto fila liscio dalle parti della commissione per la ripartenza del paese dove, anzi, comincia a serpeggiare una certa "ansia" dovuta principalmente (ma non solo) alla pletora di componenti che qualcuno sostiene sia stata ingigantita a dismisura proprio per "annacquare" i lavori della nascitura commissione. Ma c'è di più perchè a quanto si apprende da fonti di maggioranza, anche lo stesso Colao non sarebbe pienamente soddisfatto della piega che stanno prendendo gli eventi. In poche parole si sarebbe aspettato maggiori poteri e non di stare a capo di una commissione ridotta, di fatto, a fare il centro studi di Conte e Casalino o poco più ("Nessuna delega a decidere" ci tengono a precisare dalle parti di Palazzo Chigi). Invece, dai king maker dell'operazione (Dario Franceschini in primis per il Pd con la successiva benedizione del Colle) era stato garantito al super manager un ruolo decisamente più operativo per la nascitura task force. "E' un nome troppo importante per ridurlo a semplice consulente del governo" spiegano ambienti della maggioranza. E c'è addirittura chi arriva persino a preconizzare un suo disimpegno "se le cose dovessero continuare così". Non per niente ieri il segretario dem Nicola Zingaretti ha provato a metterci una pezza: "E' importante che la commissione Colao abbia un ruolo centrale e fattivo". Come a dire: bisogna cambiare immediatamente passo. E chissà se in tutto questo c'entra qualcosa il fatto che Colao era ben visto sia in Vaticano che dal Colle e che in prospettiva sarebbe potuto diventare una carta da giocare anche per Palazzo Chigi.