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Palazzi & potere
Il bello viene dopo (il 4 dicembre)
"Non trasformate il referendum in un congresso del PD", scriveva in una lettera al Foglio il costituzionalista Giovanni Guzzetta, schierato per il Sì. Il professor Guzzetta ha perfettamente ragione: il referendum costituzionale, cui siamo chiamati da elettori il prossimo 4 dicembre, riguarda 50 milioni di elettori italiani. E in termini politici, è ormai evidente come l'affermazione del Sì potrà esserci solo se una quota significativa dell'elettorato moderato, di centro e di centrodestra, deciderà di sostenere la riforma.
 
C'è oggi un enorme bacino di bisogni, istanze, speranze e idee non rappresentato da alcun partito politico: non dal PD, non dall'attuale centrodestra e men che meno dal M5S. Milioni di italiani che chiedono più libertà economica e più innovazione, più pragmatismo nelle scelte pubbliche e più rispetto per la loro ricchezza privata, più sicurezza e più ordine pubblico. Sono quelli che chiedono alla politica di governare il fenomeno dell'immigrazione, non di esserne travolta o di strumentalizzarlo a parole. Sono quelli che apprezzano il governo Renzi quando riduce la tassazione sulle imprese ma che vogliono più coraggio in materia di lavoro, di welfare, di liberalizzazioni e di giustizia.
 
La partita più appassionante, per il 4 dicembre ma soprattutto dopo il 4 dicembre, sarà proprio quella di costruire una offerta politica adeguata a questa "Italia del buon senso". Chi vuol fare la propria parte, si metta al lavoro.

 

Gianfranco Librandi 

Tags:
4 dicembrepolitica





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