Palazzi & potere
Italia, Europa: parla Gianfranco Librandi
Gianfranco Librandi sceglie Affaritaliani per fare il punto sulla situazione politica: Italia, Europa ma anche Pd e 5 Stelle...
E’ uno dei nemici giurati dei no-euro, che considera una minaccia per il risparmio e il patrimonio degli italiani, quindi la sua adesione alla “Marcia per l’Europa” in programma oggi a Roma (sabato 25 marzo, ndr) s’iscrive in questa battaglia per la difesa della moneta unica europea. Lui è Gianfranco Librandi, imprenditore e deputato del gruppo Civici e Innovatori, nonché promotore del pensatoio Obiettivo Italia.
"Oggi è di moda accusare l'Europa dei problemi economici della nostra società – commenta - ma una politica responsabile sa contrastare la demagogia con fatti e argomenti di verità. Per questo, insieme a tanti amici, io dico "Forza Europa", col nome della campagna promossa da Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, e mi batto perché l'Unione Europea diventi sempre più integrata e coesa".
E a chi dice che l'euro è una camicia di forza per le nostre imprese cosa risponde?
"Guardi, chi esporta sa quanto sia importante comprare a buon prezzo energia e materie prime, che noi italiani prendiamo prevalentemente all'estero. Un paese di trasformazione come l'Italia ha tutto da guadagnare da una moneta forte e stabile. Non a caso oggi esportiamo più di quanto importiamo. I problemi italiani sono tutti interni, non esterni: dedichiamoci a quelli".
Il 10 aprile lei partecipa a un dibattito sul "welfare dei millenial", organizzato proprio da Obiettivo Italia, con la presenza di ospiti di spicco come il presidente dell'Inps Tito Boeri e l'ex ministro Fornero...
"È una iniziativa voluta con Andrea Mazziotti e gli altri animatori del pensatoio. Lo scopo è discutere e trovare soluzioni sulla grande questione intra-generazionale: assicurare alle nuove generazioni un welfare adeguato alle sfide e ai rischi del futuro. Se non vogliamo che i giovani si disilludano e scelgano l'antipolitica, bisogna offrire loro soluzioni concrete".
È un'accusa al M5S?
“Elogiano la democrazia diretta, ma la loro idea è quella di una democrazia diretta da un’azienda della famiglia Casaleggio, non dai cittadini. Le decisioni della Rete sono valide solo finché appaiono utili, altrimenti si annullano e si fa diversamente. Il candidato sindaco di Monza è stato scelto con 32 voti. Non piaceva e hanno rifatto la scelta, così ne hanno scelto uno votato da 17 persone. Questa è democrazia diretta? E’ democrazia diretta quella basata su un blog? Io non mi stanco di sottolineare a tutti che la vera democrazia è quella rappresentativa, in cui il popolo sceglie i propri rappresentanti e questi si assumono la responsabilità delle scelte nell’interesse generale. Altrimenti, con la finta democrazia diretta, prevalgono solo proposte demagogiche e irrazionali”
A quali proposte si riferisce?
“Al cosiddetto reddito di cittadinanza, con il quale si vorrebbe banalmente togliere ricchezza ad alcuni italiani per dare soldi facili a qualcun altro. Ma come ha detto Susanna Camusso ad un passato incontro di Obiettivo Italia, la politica deve creare le condizioni per il diritto al lavoro, non a un reddito non prodotto. Noi proponiamo invece un’idea che non tolga nulla a nessuno: il reddito di condivisione”.
Condivisione?
"Sì, noi proponiamo un meccanismo volontario: chi vuole, contribuisce a un fondo istituito presso i comuni italiani in cambio di una detrazione fiscale. Con le risorse raccolte, si fornisce un sostegno ai poveri assoluti e alle loro famiglie. Ah, la copertura finanziaria delle detrazioni fiscali avverrà solo grazie a riduzioni di spesa pubblica, non con più tasse come prevede il ddl reddito di cittadinanza del M5S. D’altronde, solo un genovese avaro come Grillo poteva immaginare di finanziare un provvedimento come quello aumentando le tasse a milioni di italiani…”.
Cambiamo tema. Il governo Gentiloni arriverà fino alla fine?
“Finchè ci sarà una maggioranza, ci sarà un governo. Spero che Gentiloni governi fino al 2018, perché abbiamo molti dossier di cui occuparci per favorire la crescita e il lavoro. La politica parla troppo di politica politicante e poco di cose concrete. Il lavoro di un gruppo parlamentare come quello di Civici e Innovatori è ad esempio quello di porre all’attenzione del Parlamento provvedimenti specifici, senza troppi fronzoli. Pochi possono dire lo stesso…”
Cosa si aspetta dalle primarie del PD?
“Ho le mie preferenze, senza dubbio. Ho visto all’opera Matteo Renzi come premier per tre anni e ne riconosco il valore. Ho il massimo rispetto per Andrea Orlando e Michele Emiliano, ma ritengo che un PD guidato da Renzi sarebbe un interlocutore migliore per chi la pensa come noi”.
Come parteciperà il “centro” alle prossime elezioni?
“Non mi appassionano le geometrie della politica: so che all’Italia serve oggi una forza politica che si concentri al 100 per cento su poche ma fondamentali priorità. Lavoro, meno tasse, immigrazione utile, difesa dei valori comuni europei. Questa forza si chiama centro? Io dico piuttosto che serve un partito che metta al centro gli interessi degli italiani”.