Italia, una scorta non si nega a nessuno: politici, vip, giornalisti e Pm
Oggi diamo conto ai lettori de IlTempo della prima puntata dell' esercito degli scortati. Compagine varia e trasversale che abbraccia una moltitudine di categorie, dai politici ai giornalisti, dai magistrati agli imprenditori, dagli ambasciatori ai signori nessuno. E lo facciamo, scrive il Direttore del Tempo Gian Marco Chiocci, a 4 anni dalla nostra prima inchiesta sul tema. Nulla è cambiato fuorché alcuni nominativi.
I numeri, che non hanno eguali al mondo, restano quelli. Amiamo la verità, riteniamo la trasparenza un valore che aiuta la convivenza civile. Perciò non generalizziamo. La protezione dell' incolumità fisica, quand'è a carico dello Stato, è un terreno scivoloso (ricordate la questione Marco Biagi?) perciò non saremo certo noi a dirvi dove sta l' effettiva necessità di una tutela e dove, invece, si annidi quel privilegio di lieve sfumatura pseudonobiliare. Lasciamo a voi approfondire su biografie e funzioni di ognuno.
Però, considerando le carenze di organico di cui soffrono le Forze dell' Ordine, le difficoltà di copertura del territorio più disgraziato, va fatta una riflessione seria sulla necessità reale di tutte queste scorte o "tutele". Nessun populismo, niente demagogia. Solo un modo per sottolineare che quando si dice che «lo Stato protegge», va ricordato che «lo Stato» siamo innanzitutto noi, cittadini qualunque. Domani ricorrono i venticinque anni della strage di Via D' Amelio. Con il giudice Paolo Borselino saltarono in aria cinque poliziotti di scorta.Onore a loro. Un quarto di secolo dopo traete voi la morale sulle scorte di oggi.