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Palazzi & potere
LA PIROETTA PRO-PISAPIA NON SALVERA' RENZI DAL FALLIMENTO

Con sveltezza, e senza apparente difficolta, è passato da un campo all'altro, rinunciando alle elezioni anticipate e sposando l'accordo con Pisapia. Renzi veste ora i panni del federatore del centrosinistra. Può ritrovare smalto con questo gesto spettacolare? Sulle speranze prevalgono i dubbi.

Neppure la versione del figliol prodigo ammalia i possibili interlocutori. Lo stesso Pisapia ha risposto con la consueta cortesia, ma con tono freddo e minaccioso: rifare il centrosinistra significa passare attraverso le primarie. In altri termini, non può essere Renzi a dettare la linea e guidare la coalizione (ammesso che la legge elettorale, adesso in alto mare, ne preveda la formalizzazione prima del voto).

Intanto, sull'onda della proposta di un nuovo Ulivo, si è tornati a parlare di una collaborazione con il "centro", evocando perciò la necessità di una presenza visibile di forze non provenienti dai partiti o movimenti di sinistra. Pisapia lo ha detto a chiare note. Per questo l'iniziativa napoletana del vecchio De Mita non è un sussulto di nostalgia. Che i democristiani rialzino la testa sembra non essere più una bestemmia o un insulto dalle parti della sinistra, persino di quella più esigente e radicale.

Attorno al Pd continua a stringersi una morsa di diffidenza, fin quasi alla critica pregiudiziale, per effetto della sfiducia che l'azione ondivaga di Renzi ha generato tra le forze politiche e in ampi strati di pubblica opinione. Tutto lascia presagire che i malumori delle opposizioni interne si facciano ancora più rumorosi, contribuendo a mostrare lo stato di fragilità della leadership renziana.

Quel che è accaduto nei giorni scorsi, quando appariva intangibile la svolta filo-berlusconiana, non si cancella con un colpo di spugna.

Anche gli "amici", osserva un Mieli in vena di consigli all'arsenico, si possono trasformare prima di quanto si creda in pericolosi congiurati. Al Nazareno non si respira un'aria di quiete dopo la burrasca, forse perché la burrasca, quella più pesante, deve ancora arrivare.

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