Palazzi & potere

Librandi: "Si apra una riflessione sull'uso delle intercettazioni"

Intervista esclusiva a Gianfranco Librandi dei Civici e Innovatori

“Il mio invito a tutti i partiti, a cominciare da quelli di centrodestra che per anni hanno fatto del garantismo una bandiera, è di aprire una riflessione profonda sull’uso distorto che viene fatto delle intercettazioni”. Sono le parole di Gianfranco Librandi, deputato del gruppo Civici e Innovatori e animatore del pensatoio Obiettivo Italia, raggiunto telefonicamente da Affaritaliani.

 "La pubblicazione di una conversazione privata tra Renzi e suo padre - prosegue Librandi - in cui peraltro il segretario del PD mostra di essere cristallino, è possibile solo perché qualcuno in procura passa le carte a qualche giornalista, e perché questi giornalisti decidono di condizionare il dibattito pubblico per farsi pubblicità. Se un giornalista ha come obiettivo quello di farsi leggere e non di essere un imparziale cronista della realtà, pur con le sue legittime opinioni e posizioni, la democrazia ne soffre”. 

Qualcuno giorno fa lei ha rivolto critiche anche all’ex direttore di Corriere e Sole Ferruccio De Bortoli…

“Certo! Spiace quando un grande giornalista si lancia in accuse così gravi nei confronti di un esponente di governo come Maria Elena Boschi senza uno straccio di prova. Non faccio il mestiere di De Bortoli e ho massima ammirazione per chi fa quel lavoro complicato, ma credo una cosa semplice: se non si ha la capacità di dimostrare ciò che si scrive, non si ha il diritto di lanciare bombe mediatiche che offendono l’onorabilità di una persona. Qualcuno potrebbe sospettare che De Bortoli miri solo a vendere qualche copia in più del suo libro e che dunque scelga il sensazionalismo. Solo che i danni della instabilità politica, del clima avvelenato, dei processi mediatici che condizionano l’opinione pubblica, ricadono sulle spalle e sulle tasche degli italiani!”.

Lo scorso settimana è stato segnato anche dalle primarie della Lega, che ha riconfermato Matteo Salvini come segretario. E’ definitivamente tramontata la Lega di Bossi?

“La Lega sarà sempre la Lega di Bossi, piaccia o meno a Salvini, perché l’idea di un movimento federalista che si occupasse dei problemi del Nord Italia resterà una delle intuizioni più importanti della politica italiana. La Lega di Bossi era criticabile per molte cose, ed io infatti più volte l’ho criticata, ma era un partito con un chiaro ancoraggio all’Europa e con proposte pro-crescita e pro-sviluppo. Ora con Salvini sembra la brutta copia del Front National di Le Pen. Per questo ho molto rispetto di chi, come il governatore della Lombardia, Roberto Maroni prova a rappresentare una Lega di governo totalmente diversa dall’immagine che Salvini vorrebbe dare al movimento. Come amministratore, considero Maroni un ottimo presidente della regione Lombardia”.

Quindi lei dialogherebbe con una Lega guidata da Maroni?

“Certo! Si dialoga con chiunque miri al progresso degli italiani, al loro lavoro, al salario e ai risparmi. Non si può dialogare con chi nega questi principi. Purtroppo, su molti punti, Salvini sembra inseguire Grillo, e quindi anche i legisti di lungo corso lo stanno abbandonando, per non parlare di Berlusconi...”.

Il centrodestra è definitivamente diviso?

“Come in Francia, i Repubblicani non si possano alleare con Le Pen. Possono invece dialogare e formare un governo insieme a Macron. Ecco, io sono un macroniano italiano…"