Mattarella: attacco via Twitter dalla Russia
Mattarella: da 400 profili creati ad arte partirono altrettante richieste di dimissioni di Sergio Mattarella con l'hashtag #Mattarelladimettiti
Nella notte del 'no' a Paolo Savona ministro dell’Economia, da 400 profili creati ad arte partirono altrettante richieste di dimissioni di Sergio Mattarella con l'hashtag #Mattarelladimettiti. Lo scrive il Corriere della Sera, secondo cui alcune 'firme' dietro a quei messaggi social diretti contro il capo dello Stato ricorrono protagonisti già entrati in azione nel Russiagate. In pochissimi minuti, alle due del mattino è la ricostruzione - si registrano circa 400 nuovi profili, tutti riconducibili a un’unica origine. E' la polizia postale a verificare cche la fonte di tutto è una sola, una cabina di regia che "dovrebbe esser stata creata all’estero, anche se nessuno è in grado di dire se c’entrino gli operatori russi impegnati in azioni di disturbo nella campagna elettorale americana", scrive il Corsera. "In quel momento un dettaglio sfuggiva a tutti: almeno una ventina dei profili di Twitter coinvolti nella campagna digitale contro il capo dello Stato avevano una storia controversa. Probabilmente anche di più di venti - scrive ancora il giornale - Nel passato recente quei profili su Twitter, che appartengono a italiani del tutto ignari, erano stati usati una o più volte dalla Internet Research Agency (Ira) di San Pietroburgo per far filtrare nel nostro Paese la propria propaganda a favore dei partiti populisti, dei sovranisti e degli anti-europei. Gli stessi 'account' che fino a poco più di un anno prima erano stati rilanciati, fatti rimbalzare e a volte sollecitati a intervenire sulla Rete da parte di agenti russi sotto copertura, adesso stavano attaccando Mattarella. È impossibile sapere se i troll russi, nascosti nella loro 'fabbrica dei falsi' a San Pietroburgo, abbiamo avuto un ruolo anche nell’alimentare l’ultima campagna contro il capo dello Stato: i dati per potersi pronunciare su questo aspetto non sono di dominio pubblico. Ma alcuni di coloro che presero parte a quell’attacco digitale di fine maggio erano già stati sollecitati dai russi in modo occulto, dunque a loro insaputa, in casi precedenti".