Olimpiadi o mercanteggiamento?
In una delle ultime, riservatissime riunioni di fine agosto, Virginia Raggi è stata chiara. Quasi disarmante: «Noi siamo contrari alle Olimpiadi. Ma se il governo ci offrisse i soldi per riqualificare la città, senza pesare neanche un euro sui romani, diventerebbe difficile dire di no. Se arriva una proposta che non si può rifiutare, cosa facciamo? ». Ecco il rovello del Movimento cinque stelle, che è pure il dilemma della sindaca di Roma, scrive Repubblica. Non solo il suo, a dire il vero.
Anche Luigi Di Maio, che tutto ha in mente fuorché salire sulle barricate anti-olimpiche come Alessandro Di Battista, teme l' effetto boomerang. Il reggente dei grillini, anzi, è considerato la sponda istituzionale del Coni. Il primo contatto risale a un sms del presidente Giovanni Malagò: «Ci sentiamo?». È iniziato un confronto discreto, noto anche ai piani alti della Casaleggio associati. Anche per Di Maio, come per la Raggi, il tormento suona più o meno così: come sottrarsi a una proposta indecente del governo?
Il "pacchetto olimpico" esiste già. È goloso ed è stato anticipato riservatamente ai big del Movimento. Di fatto, governo e Coni concedono carta bianca ai pentastellati. Non gradiscono Luca Cordero di Montezemolo come sponsor di Roma2024?
Nessun problema, si può immaginare una staffetta al vertice del comitato promotore, al termine della battaglia per sbaragliare le altre città concorrenti.
I cinquestelle giudicano inaccettabile far guadagnare Francesco Gaetano Caltagirone e altri costruttori con i terreni per il villaggio olimpico? Perfetto, si cambia il piano e si spostano le residenze degli atleti in un' altra zona della Capitale. C' è il timore di infiltrazioni e corruzione? Preoccupazione legittima, si coinvolga un garante istituzionale per vigilare. Tutto, pur di non azzoppare la candidatura.
Il pressing inizia a far vacillare le certezze a cinquestelle.