Palazzi & potere

Pd, parte la fronda ulivista: pronti a lasciare Bindi, Cuperlo e Monaco

Al grido di «così si uccide il Pd», è emersa una vera e propria fronda ulivista volta a stroncare sul nascere i conati, veri o presunti, e soprattutto non si sa quanto realizzabili, di futuribili accordi post elettorali fra Renzi e Berlusconi, scrive il Messaggero.

Gli altolà sono autorevoli, riguardano i fondatori del Pd, portano i nomi squillanti di Romano Prodi e Walter Veltroni, seguiti da Rosy Bindi e da altri. Ma se i fondatori, premier ed ex vice dell' Ulivo, non minacciano fuoriuscite dal partito che pure hanno fondato (Prodi ricorre alla metafora «la mia tenda è vicina al Pd, ma se va con Berlusconi la sposto»; Veltroni ricorda che con il proporzionale finisce il senso stesso del Pd), diverso il discorso per Bindi, Monaco e Cuperlo.